Ospedale civile, il duro affondo del Comitato “San Bruno”: «Segnato un tragico epilogo»
Assicurato che si continuerà «la lotta di civiltà intrapresa, affinché l’ospedale sia reso funzionate». Deciso di proporre ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
«Aspettavamo con intrepida attesa le reazioni dei sindaci del comprensorio, dopo la pubblicazione da parte dell’Asp di Vibo Valentia del Piano aziendale delle attività per l’anno 2023, ma forse solo in pochi hanno capito il contenuto dell’atto e gli ultimi comunicati stampa ne sono la dimostrazione. L’assenza a qualsivoglia riferimento al millantato recupero dall’ospedale San Bruno ne segna nei fatti, il tragico epilogo che tutti gli affaristi della sanità privata auspicavano. Oggi qualche voce fuori dal coro dei 7 sindaci facenti parte dell’Assemblea creata per contrastare la nascita del Comitato, ha confermato quello che abbiamo sempre sostenuto e cioè che da marzo scorso fino ad oggi, nessuno proprio nessuno, degli amministratori ha avuto modo di interloquire con il presidente della Regione sul tema dell’ospedale di montagna». È quanto si legge in una nota del Comitato “San Bruno”. [Continua in basso]
«Forse molti di loro – prosegue il documento – sono corsi a fargli visita per assicurare un appoggio elettorale, ma non certo per difendere il diritto alla salute dei cittadini che li hanno votati. Altro che proclami di lavori silenziosi a tutela della salute pubblica. Speriamo che il sindaco di Serra San Bruno, quale comune capofila del Distretto socio-sanitario, il quale ha affermato che non esiste alcun atto aziendale che sancisca la chiusura dell’ospedale, riveda la propria posizione e si adoperi, unitamente agli altri sindaci, a fermare questo scempio. Siamo contenti che il sindaco Piromalli, e il sindaco Tassone abbiano dimostrato coraggio “dissociandosi” anche se non in maniera palese dalla linea impartita nell’Assemblea dei 7, ravvedendosi della mancata partecipazione alla manifestazione a difesa dell’ospedale del 21 ottobre scorso. Speriamo che anche gli altri sindaci del comprensorio seguano questa linea, unendosi al Comitato San Bruno».
A prescindere da tutto, «il Comitato continuerà la lotta di civiltà intrapresa, affinché l’ospedale di Serra San Bruno sia reso funzionate come previsto per gli ospedali di montagna, aprendo le porte a tutti coloro che, senza interessi, vogliono entrare a farne parte. A tutela di tutti i possibili utenti, stante il silenzio della magistratura italiana – annuncia infine il comitato – abbiamo deciso di rivolgerci direttamente alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, mediante la proposizione di un ricorso nel quale saranno esposte le criticità che ogni giorno gli utenti devono affrontare, e saranno denunciati “i crimini verso i cittadini calabresi” che ogni giorno vengono perpetrati a causa della cattiva gestione della sanità pubblica. Lottando tutti insieme possiamo raggiungere il nostro obiettivo».
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