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Ospedale di Serra, il sindaco Piromalli: «Progressivo e costante depauperamento»

Articolato intervento del primo cittadino di Spadola su «quel processo di lenta agonia costituito da un piano di rientro che ha portato inesorabilmente alla chiusura di interi reparti man mano che avveniva il pensionamento dei medici»

Ospedale di Serra, il sindaco Piromalli: «Progressivo e costante depauperamento»
L'ospedale di Serra e il sindaco di Spadola Damiano Piromalli

«Condivido quanto ha scritto la collega di Brognaturo Rossana Tassone. Il progressivo e costante depauperamento dell’ospedale “San Bruno”, fondamentale presidio sanitario per una vasta area della provincia di Vibo Valentia e non solo, ha raggiunto ormai i limiti che l’umana decenza può sopportare. Come sindaco e come libero cittadino, senza alcun riguardo all’appartenenza politica o a forme di condizionamento e strumentalizzazione, non posso e non voglio più fare a meno di ascoltare il grido di preoccupato allarme di un intero territorio che rivendica – solo – il diritto alla salute». A parlare è il primo cittadino di Spadola Damiano Piromalli. [Continua in basso]

Ricordando uno dei sui interventi passati, in cui venivano evidenziati «la professionalità di chi lavora nell’ospedale San Bruno e la mancanza di volontà da parte di chi ha fatto promesse da marinaio solo per caldeggiare una decisione che andava da tutt’altra parte», il sindaco fa presente che continua «oggi quel processo di lenta agonia già avviato ai tempi del governatore Loiero e della Lo Moro, cioè un piano di rientro che ha portato inesorabilmente alla chiusura di interi reparti man mano che avveniva il pensionamento dei medici. Questo è sotto gli occhi di tutti, proprio tutti, nessuno escluso da venti anni circa a questa parte. Le prime avvisaglie di perdita di servizi sono state percepite quando, con la motivazione della ristrutturazione delle sale operatorie, si è perso il reparto di Ostetricia e Ginecologia. Poi convertito in “ospedale di montagna” con successivo smantellamento dei reparti di Cardiologia e Chirurgia (di quest’ultimo a fine anno perderemo le tracce in quanto l’unico chirurgo rimasto andrà anch’esso in pensione). Rimane Medicina, Lungodegenza e Riabilitazione, in sostanza non è più un ospedale».

Oggi quindi, riflettendo sulle «colpe di tutti», a parere di Piromalli, «è arrivato il momento di reagire con autorevolezza e determinazione al fianco di quanti hanno a cuore le sorti dell’ospedale San Bruno per richiedere servizi migliori: un pronto soccorso accogliente, moderno e a misura di persona con tanto di accettazione; area media gravità, con postazioni di assistenza attrezzate con strumentazione per il monitoraggio dei parametri vitali; postazione per codici rossi attrezzata; personale medico, infermieri e medici chirurghi; almeno due ambulanze per l’emergenza-urgenza + una ambulanza di presidio per gestire i trasferimenti e tanto altro. Ricordate l’ospedale del futuro? Ginecologia – chirurgia – medicina – laboratorio analisi – radiologia –  dialisi; solo un vecchio sogno degli anni 80, iniziato nel 1965 con un finanziamento di 400 milioni di  lire promesse dall’onorevole Giacomo Mancini.  Oggi per alcuni reparti questo sogno è ancora realizzabile, basta volerlo (considerando i milioni di euro spesi per ristrutturare l’ospedale).  Non è più il momento di accusare o essere accusati, considerando il fatto che a piangere sul latte versato si perde ancora una volta solo tempo prezioso.  Voglio credere che tutti abbiamo a cuore un unico obbiettivo che non sia quello di fare politica attraverso un bisogno serio della tutela alla salute di un territorio devastato e senza servizi essenziali. Il territorio – chiude il sindaco –  ha bisogno di risposte adesso».

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