Ospedale Jazzolino, ex paziente colpito da rara malattia elogia i medici
Il 60enne in cura nel reparto di Chirurgia :"Grazie a cure costanti e immediate, sono tornato alla vita normale"
La provincia di Vibo è unita nei disagi e nei problemi derivanti da una claudicante assistenza sanitaria. Argomento ormai al centro del dibattito sociale, politico e, a volte, di pagine nere di cronaca sanitaria di cui mai vorremmo scrivere. Spesso si fa presto a “dare” addebiti di colpe, il più delle volte indirizzati all’azienda sanitaria provinciale, diretta dal Commissario straordinario Giuseppe Giuliano, senza voler guardare oltre, riflettere, analizzare o, più semplicemente, riavvolgere il nastro di quella che è la nostra storia sanitaria regionale, vergata da inefficienze mai sanate dalla politica. Analisi che, naturalmente, non è e non deve essere in cima ai pensieri di coloro i quali richiedono semplicemente assistenza sanitaria e che nulla se ne fanno di più o meno “spiegazioni pubbliche”. A fare i conti con la stagnante situazione sanitaria, sono anche i medici e gli infermieri in prima linea, che annotano ormai infinite ore di turni massacranti per ovviare le carenze organiche, cercando di garantire il più possibile quell’assistenza medica imprescindibile e degna di ogni individuo. Ed è cosi, che in queste condizioni non certamente rosee, il buono della sanità Vibonese, emerge comunque tra mille peripezie turnistiche e gli assistiti non possono non rilevarlo.
Con una lettera inviata all’Unità operativa di Chirurgia dello Jazzolino, diretto da Franco Zappia, un 60enne residente nella provincia, ha inteso “ringraziare tutto il personale afferente al reparto di Chirurgia dell’ospedale di Vibo Valentia, diretto dal dott. Francesco Zappia. Circa 3 mesi fa, ho contratto una infezione rara, spesso mortale, si chiama “fascite necrotizzante”. Sono stato preso in cura dai medici della chirurgia e in particolare dal dott. Giovanni Petracca che sin dal primo giorno, pur elencandomi i gravi rischi cui potevo andare incontro, mi ha rassicurato. Le cure costanti e quotidiane mi hanno fatto tornare alla vita normale. Grazie ancora a tutti”. La lettera è firmata, ma per questioni di privacy, l’ex paziente seguito principalmente dal dott. Petracca, ha preferito mantenere l’anonimato. La fascite necrotizzante, è un’infezione molto aggressiva e che progredisce rapidamente. Solo un intervento tempestivo e purtroppo a volte neanche basta, impedisce esiti infausti. Piuttosto rara e il 30% – e anche più – delle volte mortale, la malattia coinvolge i piani fasciali del tessuto connettivo e ne provoca necrosi. L’infezione può colpire una qualsiasi parte del corpo e una volta raggiunto il tessuto connettivo, diviene cosi incontrollabile nei tempi di diffusione che diventa difficile fermarla. Per fortuna, nel Reparto di Chirurgia di Vibo, il paziente ha ricevuto tutte le cure necessarie e un immediato trattamento che ne ha scongiurato l’esito più temuto della rara malattia.
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