Visite specialistiche: ecco il piano dell’Asp di Vibo per ridurre i tempi di attesa
L’Azienda sanitaria provinciale ha le risorse economiche grazie al Decreto “Balduzi”. Individuate nove aree mediche sulle quali intervenire
Ridurre i tempi di attesa delle visite specialistiche ambulatoriali. L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ci prova. Come? Attraverso il Decreto “Balduzi” che prevede un accantonamento del 5% delle cifre «introitate dai professionisti in libera professione, con la specifica indicazione che vengano utilizzate per il recupero delle liste di attesa», attraverso la formazione di specifici Piani di recupero concordati con le organizzazioni sindacali. L’Asp, dunque, accantona per come previsto queste cifre e ad oggi risulta utilizzabile per lo scopo una somma pari a 89.633,16 euro. Questo si legge nella premessa del progetto stilato dagli uffici competenti dell’Asp per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e approvato – unitamente al regolamento – da parte del commissario straordinario dell’Asp Giuseppe Giuliano con proprio atto deliberativo (numero 1.421) [Continua in basso]
Implementare le prestazioni aggiuntive
L’obiettivo dichiarato è, pertanto, quello «di impegnare le cifre accantonate e utilizzarle allo scopo di implementare con prestazioni aggiuntive per il personale medico, l’offerta istituzionale di alcune discipline che allo stato odierno presentano criticità nei tempi di attesa e ridurre la mobilita interprovinciale e la migrazione verso le strutture private».
Rilevazione dei tempi di attesa
L’Asp ha anche calcolato gli ultimi dati sulla rilevazione dei tempi di attesa per comprendere il fenomeno del fabbisogno e della richiesta. nonché la somma che si intende assegnare per ciascuna disciplina medica calcolata «nella percentuale riscontrata di incidenza nei tempi di attesa, ovvero per quanto incide il tempo di attesa verrà investito nella specifica disciplina in percentuale». Ecco, quindi, la tabella
Personale di supporto
Il progetto prevede anche il personale di supporto – si legge nel testo – «nella misura preventivata, provvederà, effettuato turni supplementari fuori orari di servizio, ad effettuare le chiamate agli utenti che hanno prenotazioni e attese da almeno 90 giorni, collocando gli stessi nelle nuove agende appositamente predisposte. Contestualmente lo stesso personale effettuerà le pulizie delle stesse liste, annotando e quantificando il fenomeno, e allo stesso tempo liberando posti indebitamente occupati da utenti che hanno anticipato la prestazione ma non hanno provveduto a comunicarlo».
La quantificazione del recupero dei giorni di attesa
A seguito di un’analisi eseguita su un campione di 50 erogatori dell’Asp, (specialisti ambulatoriali e ambulatori ospedalieri) si è riscontrato un «fenomeno già rilevato in passato, ovvero quello delle mancate presentazioni alle visite prenotate oltre i 90 giorni che si è accentuato a seguito delle restrizioni legate alla pandemia e i rispettivi disagi. Tale fenomeno sulla media nazionale rappresenta il 75% delle lungaggini nelle liste di attesa, nell’Asp vibonese ha in valore inferiore fortunatamente, si aggira infatti a poco più del 49%. In sostanza gli utenti prenotati oltre i 90 giorni di attesa, nel 49% dei casi, non si presentano all’appuntamento pur mantenendo il post (slot) occupato, ovvero non facendone disdetta, con la conseguente impossibilita o lungaggine nella collocazione di una prestazione». In basso ecco dunque la quantificazione del recupero dei giorni di attesa così come prevista dall’Asp.
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