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La carenza di medici mette in ginocchio la sanità vibonese. E poi bandi deserti e dottori che lasciano

Concrete difficoltà a garantire l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza ma anche la stessa sopravvivenza dei reparti degli ospedali del Vibonese diventa una scommessa

La carenza di medici mette in ginocchio la sanità vibonese. E poi bandi deserti e dottori che lasciano
La sede dell’Asp di Vibo Valentia

Per chi legge non è più una novità che la sanità pubblica vibonese debba fare i conti con la grave, gravissima, carenza di personale medico-sanitario. Un problema che mette a rischio non solo l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) – come più volte denunciato dai vertici dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia – ma anche la stessa sopravvivenza dei reparti degli ospedali del Vibonese: i tre nosocomi di Vibo Valentia, Tropea e Serra San Bruno devono, infatti, fare quotidianamente i conti con pochi medici specializzati attualmente in servizio, ai quali si chiede di svolgere per mesi interi lavoro straordinario pur di riuscire ad assicurare i servizi. Soluzione, dunque, necessaria per evitare il tracollo definitivo del sistema sanitario locale. Ma l’Azienda sanitaria vibonese non manca di rivolgersi anche a professionalità esterne, firmando apposite convenzioni con altre Asp, al fine di fare giungere altri medici nei reparti ospedalieri locali per dare man forte ai colleghi in servizio.

Ma non basta: sì, perché c’è pure la continua pubblicazione di bandi di concorso per assumere a stretto giro nuovo personale (anche se si tratta spesso di lavoro offerto a tempo determinato e per pochi mesi) che, però spesso e volentieri vengono letteralmente snobbati dai professionisti che preferiscono non partecipare proprio alle procedure concorsuali. Tradotto in parole semplici: si tratta di medici specializzati che, evidentemente, non vogliono venire a lavorare nel Vibonese e, dunque, preferiscono dirottare altrove il loro tempo, mentre altri medici ancora si dimettono e trovano rifugio verso strutture sanitarie private. I motivi di questo disastro sanitario? Probabilmente un lento ma inesorabile “morire” delle strutture ospedaliere locali che, evidentemente, non forniscono le necessarie e dovute garanzie strutturali (a cominciare dell’ospedale “Jazzolino” del capoluogo) per poter svolgere la professione di medico con la dovuta serenità ed efficienza. Meglio, quindi, rifiutare offerte e non partecipare ai concorso. Da Ortopedia ai Pronto soccorso, passando per l’Unità di anestesia e rianimazione ( ma tutti i reparti sono pressoché in stato di sofferenza), il quadro che si presenta e decisamente a tinte fosche. [Continua in basso]

Convenzione per avere medici ortopedici alla “Jazzolino”

L’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro

Ad Ortopedia, ad esempio, di recente è stata approvata, con apposita delibera del commissario straordinario dell’Azienda sanitaria Giuseppe Giuliano, la Convenzione stipulata tra la stessa Asp vibonese e l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, guidata dal commissario straordinario Francesco Procopio, per lo svolgimento delle attività assistenziali presso l’Unità operativa di ortopedia e traumatologia dell’ospedale civile “Jazzolino”. La Convenzione ha validità di sei mesi (rinnovabili). In merito l’Azienda ospedaliera del capoluogo di regione fornirà personale medico specializzato, oltre le ordinarie attività istituzionali e garantendo comunque il rispetto dei limiti previsti in materia di riposo giornaliero e settimanale, alla Struttura complessa di ortopedia e traumatologia del nosocomio cittadino, al fine – si legge nella delibera adottata dal commissario per dare il disco verde alla Convenzione – «di  garantire i livelli di assistenza previsti dalle vigenti disposizioni». 

Il concorso per assumere nei Pronto soccorso va deserto. L’Asp riapre i termini

L’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo

Al concorso pubblico, invece, per titoli ed esami, per la copertura a tempo pieno ma soprattutto indeterminato, di tre posti di dirigente medico specialista in chirurgia e medicina di accettazione e di urgenza, ossia per lavorare nei Pronto soccorso, non si è presentato alcun candidato e l’Azienda sanitaria ha deciso di riaprire i termini della medesima procedura concorsuale. Il suddetto Avviso è andato, dunque, completamente deserto. Da qui la decisione giorni fa da parte del management aziendale di via Dante Alighieri di riaprire i termini di partecipazione al bando, «al fine – scrive sempre il commissario straordinario Giuseppe Giuliano nella delibera che autorizza la riapertura dell’Avviso – di garantire le prestazioni previste dai livelli essenziali minimi di assistenza (Lea) alla popolazione del territorio dell’Azienda sanitaria provinciale».

Due anestesisti vincono il concorso ma poi si dimettono e vanno via

È fuga, infine, dall’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale civile “Jazzolino”, reparto diretto con riconosciuto impegno dal primario Peppino Oppedisano e che soffre da molti anni della carenza di organico. I due dirigenti medici specialisti, vincitori dell’ultimo concorso (17 marzo 2022) per il conferimento di un incarico, a tempo pieno e determinato, per tre anni, hanno infatti rassegnato a fine luglio le proprie dimissioni.  E pensare che detto bando era stato redatto e pubblicato dai vertici dell’Asp proprio «per colmare tempestivamente la grave carenza di personale medico dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione del nosocomio del capoluogo» e, dunque, al fine di «garantire l’erogazione dei servizi essenziali, scongiurando il conseguente rischio di una possibile chiusura del reparto».

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