Occhiuto incontra Ordini dei medici e specializzandi: «Accordo con Cuba legittimo, presto nuovi concorsi»
Il governatore della Regione: «Abbiamo istituito un tavolo permanente per costruire bandi più attrattivi e più idonei ad invogliare i camici bianchi a restare o a venire a lavorare in Calabria»
«Oggi ho avuto due importanti incontri. II primo alla Cittadella di Catanzaro con i presidenti degli ordini provinciali calabresi dei medici; il secondo in videocall con i rappresentanti degli specializzandi. A tutti ho ribadito la natura emergenziale dall’iniziativa intrapresa dalla Regione per portare in Calabria medici cubani che possano supportare in via straordinaria il nostro sistema sanitario». Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. [Continua in basso]
«Allo stesso tempo – continua il governatore – ho sottolineato come la collaborazione con il Paese caraibico non influirà in alcun modo sulle misure strutturali che il mio governo regionale sta portando avanti: non ci sarà alcun rallentamento nelle procedure di reclutamento e soprattutto non verrà sottratto alcun posto di lavoro ai medici italiani e calabresi. Con i presidenti degli ordini provinciali dei medici – che hanno confermato la loro contrarietà all’iniziativa messa in campo dalla Regione – il confronto è stato sereno e costruttivo. Ho spiegato che, nel sottoscrivere l’accordo con il governo cubano, abbiamo seguito alla lettera le indicazioni dateci dalla legislazione nazionale, e che anche nelle successive fasi del progetto ci atterremo alle norme previste per i lavoratori extra Ue. Ciascuno è rimasto della propria opinione, ma l’aspetto più importante dell’incontro è stato quello relativo ai futuri concorsi: l’obiettivo comune è superare l’impasse degli ultimi anni, e riuscire a reclutare medici negli ospedali calabresi».
«Per questa ragione abbiamo istituito un tavolo permanente tra Regione e ordini provinciali dei medici per costruire bandi più attrattivi e più idonei ad invogliare i camici bianchi a restare o a venire a lavorare in Calabria. Anche con i rappresentanti degli specializzandi ho avuto un confronto positivo. Ho ribadito loro che la Regione ha reclutato in questi mesi tutti gli specializzandi che le Università ci hanno messo a disposizione: ragazzi del terzo, quarto e quinto anno, che prestano la propria opera presso i nostri ospedali. Ho accolto la loro richiesta per indire al più presto tante nuove manifestazioni pubbliche, una per ciascun presidio ospedaliero della Calabria, per raccogliere la disponibilità di specializzandi da tutta Italia per venire a lavorare nella nostra Regione».
«I rappresentanti degli specializzandi mi hanno rappresentato la loro contestazione alla normativa nazionale che prevede alcune incompatibilità per il loro utilizzo diffuso nei presidi ospedalieri, nei pronto soccorso, nelle guardie mediche, durante i turni notturni. Su questi punti ho assicurato il mio sostegno per perorare questa causa con il nuovo Parlamento e soprattutto con il nuovo governo. Nei prossimi giorni, infine, su richiesta degli specializzandi si riunirà l’osservatorio regionale sulla formazione medica, per valutare l’attuale stato dell’arte e la qualità del sistema formativo regionale».
«Durante entrambi gli incontri ho registrato un buon clima – si legge in conclusione -, c’è la voglia di superare le divergenze e di trovare le migliori soluzioni per la nostra Regione. È interesse della mia amministrazione quella di avere medici italiani, soprattutto calabresi, di qualità, motivati, e assunti a tempo indeterminato. Il distacco transnazionale dei camici bianchi cubani rappresenta, lo ribadisco, una misura emergenziale e una leva alternativa rispetto al ricorso alle società interinali. In questi mesi alcune realtà private che forniscono medici ai sistemi sanitari regionali ci hanno chiesto anche 1800 euro al giorno – più di 50mila euro al mese – per un’unità inviata presso i nostri ospedali. L’intesa con Cuba ci permetterà di avere lo stesso servizio, spendendo esattamente un decimo di quanto altrimenti saremmo stati costretti a sborsare».