Ortopedia Vibo in emergenza: arrivano in “aiuto” i medici specializzati da Catanzaro
Il reparto dello “Jazzolino” senza sanitari e con i servizi a rischio. I professionisti saranno utilizzati in regime di lavoro straordinario e saranno retribuiti dall’Azienda sanitaria vibonese, compreso il rimborso chilometrico per il raggiungimento dalla sede
«Recepita» e approvata con apposita delibera dal commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Giuseppe Giuliano la Convenzione stipulata tra la stessa Asp vibonese e l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, guidata dal commissario straordinario Francesco Procopio, per lo svolgimento delle attività assistenziali presso l’Unità operativa di ortopedia e traumatologia dell’ospedale civile “Jazzolino” del capoluogo. La suddetta convenzione ha validità di sei mesi (rinnovabili) con decorrenza dalla sottoscrizione dell’atto e può essere interrotta con preavviso di trenta giorni qualora risulti incompatibile con esigenze organizzative dell’Azienda sanitaria Pugliese-Ciaccio. Ma di cosa si tratta? Semplice: l’Azienda ospedaliera del capoluogo di regione fornirà personale medico specializzato, oltre le ordinarie attività istituzionali e garantendo comunque il rispetto dei limiti previsti in materia di riposo giornaliero e settimanale, alla Struttura complessa di ortopedia e traumatologia del nosocomio cittadino, al fine – si legge nella delibera adottata dal commissario per dare il disco verde alla Convenzione – di garantire i livelli di assistenza previsti dalle vigenti disposizioni». [Continua in basso]
L’accordo tra le Asp per la cronica carenza di medici allo “Jazzolino”
Alla base della richiesta, avanzata a suo tempo da parte dell’Asp vibonese a quella di Catanzaro, ci sono sempre le solite e ormai fin troppo note ragioni: ossia perché – scrive nella sua delibera Giuseppe Giuliano – «le attuali gravi carenze di organico medico determinano l’impossibilità di assicurare la regolare turnistica e l’erogazione dei servizi al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza». Un problema, questo, divenuto nel tempo enorme, gigantesco e quasi irrisolvibile, e che oggi investe tutte le strutture sanitarie presenti nel territorio provinciale. Con il risultato che i reparti sono al collasso, i medici sottoposti a turni continui di lavoro straordinario e – come scritto – l’erogazione dei servizi essenziali a rischio. Tornando all’intesa, l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio effettuerà – si legge nella Convenzione – «per il tramite del personale dipendente medico, specialista in ortopedia e traumatologia, un turno settimanale in regime di prestazione aggiuntiva presso l’Unità operativa di ortopedia e traumatologia del presidio ospedaliera di Vibo Valentia, per un monte ore mensili complessivo non superiore alle 28 ore per ciascuna unità lavorativa impiegata, al fine di garantire la continuità assistenziale dello stesso reparto».
Dal canto suo, l’Azienda sanitaria provinciale «curerà l’efficienza e la disponibilità dei mezzi tecnici necessari e del personale addetto all’assistenza, salvaguardando comunque l’autonomia professionale dei medici» e, tra le altre cose, corrisponderà all’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio – si legge ancora nel testo dell’accordo – «la somma lorda di 372,00 euro per ogni turno settimanale 480,00 euro in caso di turno festivo, più il rimborso chilometrico per il raggiungimento dalla sede di lavoro e ritorno nelle modalità previste dalle vigenti disposizioni legislative nazionali e contrattuali».
La singolare vicenda del concorso bandito nel maggio 2020
Dobbiamo ricordare che la grave carenza di organico, nonostante la pubblicazione dei bandi concorsuali, non viene per nulla risanata. In merito si assiste, peraltro, a singolari vicende. Basti, infatti, pensare a quanto accaduto in occasione dell’Avviso, pubblicato dall’Azienda di via Dante Alighieri il 29 maggio 2020 con apposita delibera firmata dall’ex commissario straordinario Maria Bernardi. La procedura concorsuale, infatti, espletata poi il 27 agosto successivo si è conclusa negativamente, in quanto – scriveva l’ex commissario nella delibera che autorizzava un ulteriore concorso – «gli unici due partecipanti e vincitori non hanno accettato l’assunzione a tempo indeterminato». Ma a quel concorso gli ammessi erano stati molti di più, soltanto che «nel giorno, nel luogo e nell’ora stabiliti, su tredici candidati ammessi se ne sono presentati solo due», i quali hanno eseguito le relative prove (che hanno superato) in un unico giorno: la commissione ha quindi stilato la graduatoria di merito, ha redatto il verbale poi approvato da Maria Bernardi. E i due sanitari – che erano ancora al quinto anno della scuola di specializzazione – erano stati pertanto assunti a tempo indeterminato. Tranne, poi, chiudere la porta e dare forfait.
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