I movimenti “Serra al Centro” e “Per Serra Insieme” a difesa dell’ospedale
Conferenza stampa per illustrare i nuovi passi da compiere per rendere ancor più efficace la petizione popolare promossa per sostenere l’inserimento del nosocomio nella riorganizzazione regionale della rete ospedaliera
I movimenti socio-culturali e politici “Serra al Centro” e “Per Serra Insieme” hanno organizzato una conferenza stampa per illustrare i nuovi passi da compiere per rendere ancor più efficace la petizione popolare promossa per sostenere l’inserimento del “San Bruno” nella riorganizzazione della rete ospedaliera annunciata dal commissario ad acta per la sanità e presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Gli interventi sono stati aperti dalla già presidente del Consiglio comunale Maria Rosaria Franzè che è partita proprio dagli “svantaggi” causati dal commissariamento che «non ha permesso di raggiungere i Lea e non ha risanato il debito sanitario. Di fronte alla negazione del diritto alla salute sancito dalla Costituzione – ha affermato Franzè – non siamo rimasti fermi e abbiamo denunciato con fermezza questa situazione anche contattando diversi parlamentari e consiglieri regionali con l’intento che facciano propria la petizione. Una nota positiva va spesa per il sindaco di Nardodipace, a cui va il nostro ringraziamento per la sensibilità dimostrata, auspichicando che questa battaglia unitaria coinvolga tutti i sindaci del territorio». Da qui è scaturita la richiesta di «porre fine al commissariamento» perché «le future generazioni non possono accollarsi questo peso».
Servono, al contrario, «misure straordinarie perché c’è un’abdicazione da parte della sanità pubblica a quella privata». Quanto alla petizione, Franzè ha precisato che “sono state già raccolte oltre mille firme”, e avviseremo formalmente i Sindaci e le autorità preposte per i giorni in cui andremo nelle piazze dei paesi limitrofi a continuare la raccolta delle firme. Il tema è stato ripreso da Nensy Rachiele che ha rimarcato che “il ‘San Bruno’ deve essere «inserito nella rete ospedaliera in quanto ricade in una zona montana disagiata e deve essere innanzitutto dotato di un Pronto soccorso con le figure necessarie per garantire le emergenze. La Casa della Comunità – ha aggiunto – è un qualcosa in più, che non può sostituire l’ospedale anzi ne va potenziata la funzione perché la medicina territoriale langue». Un breve excursus storico è stato operato dall’ex vicesindaco Valeria Giancotti che è partita dalla nascita dell’ospedale per giungere al «lento processo di chiusura dei reparti, a cominciare da quello di Ginecologia, e alla perdita dell’indotto. Non si può assistere inermi – ha aggiunto – a questa spoliazione di servizi e occorre lavorare tutti insieme senza distinzioni di colore politico. Sono sbigottita dal comportamento del sindaco Alfredo Barillari che ha mutato il suo iniziale spirito battagliero accomodandosi su un sistema politico da tavolo senza adoperarsi per condurre una battaglia popolare». Versione condivisa da Francesco Tassone che ha biasimato il primo cittadino per «aver esultato per tre posti letto di Medicina mentre la Chirurgia è chiusa(nemmeno un day surgery)». Giuseppe Zangari ha infine riassunto lo scopo e le modalità attuative delle iniziative pro ospedale specificando che «la nostra è stata un’azione spontanea nata da un malcontento popolare diffuso. Ci spinge ad agire – ha puntualizzato – il senso civico. Chi è disinteressato e si sente escluso deve farsi un esame di coscienza e capire che si è autoescluso. Questa è una battaglia del popolo, non ha paternità. Qualche Istituzione locale non ha voluto intervenire, ma noi andremo avanti nell’interesse della comunità».