lunedì,Novembre 18 2024

Ospedali di montagna, Parentela (M5s): «Il governo aiuti i territori svantaggiati»

L’esponete pentastellato sulla situazione di strutture site anche nel Vibonese: «Ci sono aree della Calabria per le quali le norme ministeriali prevedono servizi che risultano inadeguati ai fabbisogni reali»

Ospedali di montagna, Parentela (M5s): «Il governo aiuti i territori svantaggiati»

«In fase di conversione del decreto Sostegni-ter è stato accolto un mio ordine del giorno che impegna il governo a valutare interventi rapidi perché gli indicatori di deprivazione e povertà sociale siano inseriti nell’imminente, nuova definizione degli standard dell’assistenza sanitaria, in modo da aiutare i territori più svantaggiati». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela. [Continua in basso]

«In pratica abbiamo rappresentato al governo – prosegue Parentela – l’esigenza di potenziare l’assistenza ospedaliera e territoriale nelle aree montane e disagiate di regioni come la Calabria, che hanno condizioni geografiche, infrastrutturali, economiche e sociali molto critiche e che, pertanto, necessitano di ospedali e distretti sanitari molto più attrezzati. Ci sono aree della Calabria per le quali le norme ministeriali prevedono servizi che risultano inadeguati ai fabbisogni reali: dal Pollino alla Valle dell’Esaro, dallo Ionio cosentino alla Sila, dal comprensorio di Crotone all’interno del Catanzarese, sino alle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Le strutture pubbliche della sanità calabrese devono poter dare risposte efficaci nei rispettivi territori, a livello chirurgico, diagnostico, terapeutico e di prevenzione». [Continua in basso]

«Sono prossimi l’aggiornamento del decreto ministeriale sugli standard ospedalieri – sostiene ancora il deputato del M5s – e l’uscita degli standard di assistenza territoriale. Per questo era indispensabile sollecitare il governo a considerare le necessità e le specificità della Calabria per come emergono dai dati epidemiologici, di povertà, di vulnerabilità sociale e di deprivazione sanitaria derivante dal Piano di rientro».

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