A Dinami non ci sono medici di base, il sindaco scrive all’Asp: «Mandate sostituti»
A fine febbraio il contemporaneo pensionamento di due dottori e la comunità è rimasta senza assistenza. Ciccone nel suo ruolo di autorità sanitaria si è rivolto al commissario straordinario Giuliano
Continua a destare preoccupazione quanto sta accadendo a Dinami, dopo che col contemporaneo pensionamento di due dottori a fine febbraio, la comunità è rimasta senza alcun medico di base. Tra i primi a sollevare la questione, il Comitato Civico Pro Dinami che a inizio dello scorso mese paventava una «vera e propria emergenza assistenza sanitaria» e sollecitava l’amministrazione comunale a interessarsene. Poi, l’allarma lanciato dall’ex vicesindaco e rappresentante della Cisal Nino Di Bella. E ora, è il sindaco Gregorio Ciccone – che è anche uno dei due dottori andati in pensione – a intervenire con una lettera indirizzata al commissario straordinario dell’Asp Giuseppe Giuliano, al direttore del distretto sanitario Raffaele Bava e per conoscenza al prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli. [Continua in basso]
Il primo cittadino parla di «notevoli disservizi, disagi, agitazione e preoccupazione» che già si stanno manifestando nella popolazione, costituita tra l’altro perlopiù di anziani che necessitano di particolare assistenza e persino di «prescrizioni mediche salvavita indifferibili». I medici andati in pensione per raggiunti limiti di età sono Gregorio Ciccone, appunto, e Vincenzo Greco e da allora nell’ambito territoriale di cui fa parte Dinami (che comprende anche Acquaro – già “zona carente” -, Dasà e Arena) sono rimasti solo tre dottori, i quali – spiega il sindaco – «non potrebbero garantire un servizio aggiuntivo a quello già svolto in quanto il numero di abitanti del Comune di Dinami è superiore alla loro capacità di capienza».
Da qui la richiesta del sindaco Ciccone all’Asp, affinché provveda nel più breve tempo possibile alla «nomina di medici con incarico temporaneo, in attesa di bandire la “zona carente”», oppure valuti «la possibilità di autorizzare i due medici andati in pensione (i quali hanno già espresso la propria disponibilità a garantire la prosecuzione dell’attività anche in forma gratuita) a continuare l’esercizio dell’attività di medico di medicina generale nelle more dell’espletamento dell’iter procedurale per la nomina dei medici titolari necessari». Ciccone propone poi un’alternativa: «Valutare l’opportunità di attingere alla graduatoria pubblicata dall’Asp per la copertura di altre “zone carenti”, per la nomina dei medici necessari anche a questa comunità». Insomma, intervenire in qualsiasi modo possibile per evitare che una comunità di quasi duemila persone rimanga senza assistenza sanitaria troppo a lungo.
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