Medicina delle catastrofi, a Pizzo il corso sulla gestione del maxi-afflusso di feriti
L’iniziativa di formazione rivolta a dirigenti e coordinatori sanitari aziendali dell’Asp di Vibo si è concentrata sugli aspetti pratici e teorici dei piani di emergenza
Si è svolto, a Pizzo, nei giorni del 27 e 28 maggio, nella struttura di formazione e aggiornamento aziendale dell’Asp, il corso di formazione sulla “Gestione ospedaliera massiccio afflusso di feriti”. Il direttore generale reggente Elisabetta Tripodi, il direttore del Dipartimento di emergenza urgenza Michele Comito, il direttore della formazione Bruno Calvetta e la responsabile della struttura emergenza-maxiemergenza Rosabella Talarico, hanno dato l’avvio a questo importante evento formativo, grazie al supporto dell’Associazione italiana medicina delle catastrofi. Il corso teorico-pratico intensivo, indirizzato ai dirigenti e coordinatori sanitari aziendali, ha visto impegnati come istruttori Consolato Malara, past-president dell’Aimc, che vanta una notevole esperienza nella gestione ospedaliera delle maxi-emergenze; Carola Martino, presidente dell’Aimc e componente del Gruppo chirurgia d’urgenza (Gcu) di Pisa che, assieme all’anestesista e team leader del Gcu, Giuseppe Arcidiacono, vantano numerose missioni all’estero quali Cina, Iran, Sri Lanka. «L’obiettivo di questo corso – si legge in una nota – è stato l’individuazione e la preparazione di operatori sanitari (Hospital disaster manager) in grado di gestire in modo adeguato le fasi organizzative della risposta alla maxiemergenza in ospedale come un massiccio afflusso di feriti e relativa stesura di idonei Piani di emergenza. E questo perché in ambito ospedaliero i problemi cominciano quando iniziano ad arrivare i primi feriti a seguito di una maxiemergenza. Qui la pianificazione va attuata tenendo conto del percorso delle vittime attraverso le fasi di accettazione, triage, stabilizzazione, diagnostica e ricovero, secondo quanto descritto dalle linee guida predisposte dal Dipartimento della Protezione civile per la pianificazione intraospedaliera». La figura sanitaria dell’Hospital Disaster Manager (Hdm) «deve conoscere gli aspetti logistici del proprio nosocomio, associando capacità clinica e di management della crisi, senza trascurare gli aspetti di comunicazione in emergenza. La necessità di queste nuove figure sanitarie – è stato più volte sottolineato durante i lavori – deriva dalla complessità dei problemi clinici, gestionali ed organizzativi che è necessario conoscere e risolvere per garantire l’efficienza e l’efficacia dei soccorsi in situazioni straordinarie».