Serra, il sindaco spegne le polemiche sul drive-in: «Verso la zona rossa»
Cresce il numero dei positivi al Covid dopo il focolaio scoppiato in un asilo. Il primo cittadino Barillari risponde alle critiche sullo screening di ieri: «Sciacalli che fanno politica sulla pelle dei bambini»
Cresce il bilancio dei positivi al Covid nel comune di Serra San Bruno. L’Asp ieri sera parlava di 46 casi attivi, ma è un numero destinato a aumentare ancora in seguito al drive-in programmato per la giornata di ieri e prolungato fino ad oggi. Una situazione che preoccupa anche il sindaco, Alfredo Barillari, che a conclusione della due giorni di screening ha comunicato ai suoi cittadini: «Purtroppo i primi risultati che giungono all’Asp, spingono il paese verso la zona rossa. Il focolaio scoppiato presso l’asilo ha colpito interi nuclei familiari ed i numeri, per essere arrestati, hanno bisogno delle limitazioni previste dalla legge». Barillari ha fatto poi sapere che domattina si recherà al Dipartimento di prevenzione dell’Asp «per valutare la situazione con serietà e sempre guardando al bene della cittadinanza. Anche se ciò significa fare scelte difficili». [Continua in basso]
Un lungo post su facebook il suo, che è stato anche occasione per rispondere alle mille polemiche createsi proprio intorno al drive-in organizzato a Serra, che ha visto decine di famiglie in attesa per ore, tra l’altro sotto la pioggia. «Certe scene non devono mai più ripetersi, né a Serra né altrove», dice Barillari che ha esposto «con fermezza» la sua «rabbia e delusione» ai vertici dell’Asp, ed in particolare alla commissaria Bernardi.
«Questa amministrazione, da un anno, collabora attivamente con le autorità sanitarie con tracciamenti, elenchi e mettendo a disposizione uomini e strutture (gratuitamente, come il centro Covid) – aggiunge -. Così è stato anche in questa circostanza, in occasione della quale sono state inviate tutte le informazioni, lasciando, come dovuto, l’organizzazione delle operazioni sanitarie all’Asp. D’altronde, mentre altri, probabilmente non più tanto “insieme per Serra”, in ordine sparso, possono permettersi il lusso di trascorrere giornate su Facebook, l’amministrazione era impegnata sul campo a risolvere i problemi. Ed è quello che stiamo facendo da un anno a questa parte, in particolare riguardo la pandemia. Ne sanno qualcosa le centinaia e centinaia di serresi con le quali, in questi mesi, sono stato in stretto contatto nel momento del bisogno, quando intere famiglie vivevano (come purtroppo anche oggi) l’incubo Covid. Il sottoscritto, in più di un’occasione, è entrato nelle case con medici e operatori volontari ad eseguire tamponi rapidi per tracciare il virus ed evitare di perdere tempo. Mi perdoneranno, alcuni signori dell’opposizione, se non facevo i post su Facebook. Chiedo loro: in una situazione di emergenza per l’intera comunità, quale contributo hanno mai dato, se non quello di aspettare come sciacalli, disposti addirittura a fare politica sulla pelle dei bambini? Questo sì che è vergognoso».
Quindi il riferimento diretto al già vicesindaco Walter Lagrotteria, che ieri aveva parlato di «errori e disattenzioni» nella gestione della fase pandemica sia da parte dell’Asp che dell’amministrazione comunale: «A chi ha ricoperto incarichi e si avventura in post sgrammaticati: quali sono stati i grandi risultati sulla sanità e le proteste portate avanti quando era vicesindaco? Il popolo sa già la risposta, anche se è ancora oggi confuso sulle tessere di partito cambiate in continuazione».
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