Covid a Serra, Lagrotteria contro Bernardi e Barillari: «Inadeguati e superficiali»
L’ex vicesindaco contesta la gestione della fase pandemica evidenziando «gli errori e le disattenzioni». Ma soprattutto «l’indecente spettacolo a cui abbiamo assistito in occasione del drive-in per i tamponi è l’ennesima testimonianza di un’organizzazione pensata e messa in atto con sufficienza»
Il già vicesindaco Walter Lagrotteria contesta la gestione della fase pandemica a Serra San Bruno evidenziando «gli errori e le disattenzioni di cui si continuano a rendere responsabili il management dell’Asp di Vibo Valentia e l’amministrazione comunale. L’indecente spettacolo a cui abbiamo assistito oggi (ieri per chi legge, ndr) in occasione del drive-in per i tamponi – sostiene Lagrotteria – è l’ennesima testimonianza di un’organizzazione approssimata, pensata e messa in atto con sufficienza, disinteresse e freddo distacco, un modo di fare che oramai caratterizza il modo di fare fronte, nella nostra cittadina e nell’ambito dell’Asp vibonese specificatamente, a i problemi legati all’ambito sanitario in senso più ampio e, cosa ancor più grave, alla gestione dell’emergenza sanitaria atta alla prevenzione e al contenimento del maledettissimo virus covid-19. Un agire confuso, fortemente caratterizzato da l’inadeguatezza delle misure intraprese, dalla mancanza di organizzazione che non può che far pensare che siamo in presenza di un quadro dirigenziale che rasenta la pura incompetenza».
Il «dimenticato» Centro vaccinale
Un primo esempio di ciò, ad avviso di Lagrotteria, «è la vicenda legata al Centro vaccinale di Serra, nato come punto di riferimento regionale, proclamato a suon di selfie, oggi dimenticato e ridimensionato, da logiche aziendali ai più incomprensibili, ad essere aperto per un solo giorno a settimana, e già da tale scelta si evidenzia una scarsa sensibilità verso le problematiche dei cittadini dell’intero territorio. Esempio lampante, lo definirei addirittura un orrore, di tale atteggiamento ne è Il drive-in oggi predisposto presso l’ospedale di Serra San Bruno – afferma ancora l’interessato – che è lo specchio del caos vigente e della scarsa vicinanza alla comunità. Oltre duecento persone hanno dovuto attendere per ore, fino a sei addirittura, nel mezzo di una fila interminabile e come se ciò non bastasse per una gran parte di loro alla fine, anche la beffa, con il rinvio a domani del prelievo perché oggi non si è fatto in tempo, grazie anche ad inspiegabili ed ingiustificabili ritardi di stamani nell’inizio delle operazioni, circa due ore, ed ancora , nel corso della giornata, alla carenza del numero dei tamponi disponibili rispetto alle persone in attesa di sottoporsi al test. A doversi sottoporre a tampone – si fa notare – vi erano anche tantissimi bambini, molti di età inferiore ai 10 anni che hanno dovuto fare i conti, oltre che con condizioni climatiche inclementi, con i disagi derivanti da una attesa lunga e stenuante che li ha visti costretti a trascorrere fino a sei ore in macchina e quindi ad ovviare in tali condizioni alle normali esigenze quotidiane dalle più banali fino alla necessità di andare in bagno, ed in tal caso la soluzione è stata sotto gli occhi di tutti».
Un cattivo esempio
Ciò che è accaduto, dunque, per Lagrotteria suona come «irrispettoso per la storia della nostra comunità e non è da paese civile ma soprattutto non è stato un bell’esempio da dare ai nostri figli, che vorremmo far crescere e vivere qui, ma davvero così pensiamo ciò possa essere possibile e, soprattutto, pensiamo sia giusto? Quanto avvenuto ha evidenziato, ancora una volta, l’inadeguatezza, l’incompetenza e il disinteresse verso il nostro territorio, da parte del commissario dell’Asp vibonese dottoressa Bernardi nel proporre e nell’adottare soluzioni rispetto a situazioni che non dovrebbero essere così complicate da gestire, ma che, per le motivazioni già dette, unitamente ad una certa superficialità nell’affrontare le cose, diventano motivo di disordine e creano pesanti disagi ai cittadini».
L’attacco al sindaco
Lagrotteria non risparmia il sindaco Alfredo Barillari, poiché «in tutta questa vicenda viene da chiedersi dove era il sindaco e tutta la sua band. Il primo cittadino sta dimostrando eccessiva leggerezza e superficialità nell’affrontare la situazione che si è venuta a creare con l’aumento dei contagi. Si è dimostrato, ancora una volta, amministrativamente inadeguato ed incompetente. Un sindaco sta sempre dalla parte dei suoi cittadini, li difende e li tutela. Oggi avrebbe dovuto adoperarsi per essere vicino ai sui concittadini per tutelarne i diritti e difenderne la dignità trattandosi soprattutto di bambini e adolescenti, lui che dei giovani ne fa sempre un gran parlare. Ricordo a me stesso che il Sindaco dopo il Presidente della Regione è la massima autorità sanitaria in ambito territoriale. Barillari oggi è evidente e chiaro che sta sottovalutando le cause per i quali Serra è al momento il centro più colpito della provincia dal virus Covid-19”. I 37 casi ‘ufficiali’ – insiste l’ex vicesindaco di Serra San Bruno – sono destinati probabilmente ad aumentare con l’arrivo dei risultati di questi nuovi test e ciò era facilmente prevedibile già dai giorni scorsi, ma il Sindaco si è limitato, fino a questo momento, ad effettuare una valutazione quanto mai sommaria dell’accaduto, assolutamente non condivisibile, decidendo di lasciare aperte le scuole, che al momento sembrerebbero essere un chiaro e potenziale focolaio di dimensioni non facilmente valutabile e con un elevato indice di velocità di diffusione del contagio. Molti genitori temono adesso che, in questi giorni caratterizzati dall’inerzia delle autorità, ci siano state innumerevoli occasioni di contagio con conseguenze negative per i propri figli e, a cascata, per le persone fragili presenti nei nuclei familiari. In caso di conferma delle ipotesi più pessimistiche sugli esiti del drive-in potrebbe esserci l’istituzione della zona rossa con tutti i conseguenti disagi soprattutto sanitari ma anche economici che potrebbero derivarne e che la nostra già fragile realtà non può certo più permettersi. È chiaro quanto oggi chiaramente emerge e cioè – conclude Lagrotteria – che in questo contesto storico, come comunità, non possiamo permetterci più una classe dirigente poco competente ed inadeguata, con altri grilli per la testa e lo sguardo rivolto altrove».
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