Il Training autogeno come metodo per contrastare l’ansia e l’obesità – Video
Alla New Delta di Pizzo, alla presenza di esperti del settore, presentato il report sugli ultimi studi scientifici
«Ansia e obesità sono le due facce di una stessa medaglia», nelle parole del cardiologo Nicola Cardona la sintesi dell’interessante giornata di aggiornamento medico promossa dl centro New Delta di Pizzo, svoltasi sabato scorso, che ha visto la partecipazione di professionisti giunti da ogni centro della Calabria. L’ansia, quella patologica, dunque, «interferisce sulle prestazioni dell’individuo», come ha ricordato Cardona, fino a rappresentare una minaccia per la salute della persona; associata all’obesità, sua concausa, pregiudica lo stile di vita. Perché l’obesità, come ha ricordato Romeo Aracri, medico di famiglia, caratterizzata da «un eccesso del peso corporeo, influisce negativamente sullo stato di salute», fino al punto di cambiare negativamente, «lo stile di vita». Per Aracri, dunque, un ruolo importante nella prevenzione e cura dell’obesità è svolto dal medico di famiglia, che si interfaccia direttamente con il paziente per indirizzarlo nella giusta terapia. Ansia e obesità, due «facce della stessa medaglia», per le quali occorrono delle terapie mirate, poiché nulla può essere lasciato al caso. In questa direzione si inserisce il progetto di terapia e ricerca scientifica svolto dalla New Delta e fortemente voluto dal direttore sanitario Giuseppe Gambardella, convinto assertore dell’efficacia del training autogeno quale strumento «per contrastare ansia e obesità», così da «migliorare lo stile di vita delle persone» attraverso una «piena consapevolezza delle proprie potenzialità».
Le esaustive relazioni dei convegnisti hanno saputo tracciare una situazione che compromette la salute dell’individuo, offrendo loro una possibile terapia medico-scientifica, consapevoli del fatto che, come ha spiegato la massofisioterapista Pasqualina Ferraro, «depressione e obesità sono patologie diverse ma strettamente collegate tra di loro». La depressione una concausa dell’obesità, per la quale bisogna intervenire per «migliorare l’autostima del paziente», ed offrire uno stile di vita nuovo e salutare. Un ruolo importante nel trattamento dell’obesità è svolto dal nutrizionista, ed è su questo argomento che ha focalizzato la sua attenzione il nutrizionista Domenico Scaramozzino, per il quale l’obesità e l’ansia, nell’adulto e nel bambino, rappresentano «un allarme sociale da non sottovalutare», poiché spalancano la strada alla «fragilità psichica, riducendo l’autostima, nell’adulto come nel bambino». Obesità, insomma, è una patologia anche “piscologica”, come ha ricordato nella sua competente relazione la psicoterapeuta Dorotea Bardari, che ha offerto al pubblico – rappresentativo delle diverse professionalità sanitarie – una disamina diagnostica e al tempo stesso terapeutica per affrontare al meglio due diverse patologie strettamente collegate tra di loro, che necessitano di un approccio terapeutico anche mentale. Ecco allora come il training autogeno, come hanno spiegato il neurochirurgo e lo psichiatra Giuseppe e Nicola Gambardella, offrono un valido strumento per contrastare entrambe le patologie ottenendo ottimi risultati. Uno strumento, come ha spiegato la psicoterapeuta e criminologa forense Ilenia Coletti, «adatto anche ai bambini, con le opportune modifiche», in quanto «migliora le prestazioni, elimina il dolore, ristabilisce un equilibrio funzionale della personalità» e, per quanto riguarda i bambini, migliora “l’autostima”, facendo loro prendere consapevolezza di quelle che sono le potenzialità dell’individuo. Nel suo intervento, la fisioterapista Alessia Bagalà, ha parlato di come il training autogeno «favorisce il riequilibrio del sistema nervoso», indispensabile per contrastare ansia e obesità; per quest’ultima, in particolare, il trattamento prevede «non soltanto un approccio mirato allo stato di salute fisica ma anche un trattamento e un supporto adattato al profilo psicologico del soggetto per affrontare la problematica dal punto di vista sociale e per migliorare quei comportamenti viziati non idonei alla risoluzione della patologia». Training autogeno che, ha illustrato ai presenti la fisioterapista Sarah Patamia, ha come obiettivo «il benessere psico-fisico dell’individuo. Attraverso, ad esempio, la gestione delle emozioni o anche la presa di consapevolezza del proprio corpo che, spesso, è il riflesso di disagi interiori. Proprio perché dobbiamo imparare a considerare mente corpo come due binomi inscindibili e non a se stanti come spesso si tende a pensare».
Quello di sabato scorso, dunque, non è stato soltanto un corso di aggiornamento per tutte le professioni sanitarie ma ha rappresentato un momento di confronto, di condivisione di studi e ricerche medico-scientifiche e che proietta il centro napitino come polo di eccellenza nel campo della ricerca, in questo caso sul training autogeno che, come ha più volte rimarcato Giuseppe Gambardella, deve essere concepito come un vero e proprio strumento di educazione a stili di vita che sostengono la salute. Un confronto proficuo per i partecipanti, attenti ed assorti durante tutti gli interventi, interagendo con i relatori, fino al punto di spingere il direttore sanitario della New Delta, Giuseppe Gambardella, ad annunciare ai presenti il prossimo appuntamento, quello previsto per il 25 gennaio, ed al quale ha dato l’adesione un luminare di fama internazionale.