Ritardi e inefficienze, il nuovo ospedale di Vibo resta nel limbo
Schermaglie in casa Pd in Commissione sanità sulle nuove strutture sanitarie calabresi. Guccione: «Serve un commissario». Mirabello: «Le responsabilità non sono della Regione»
Pesanti ritardi condizionano la realizzazione dei nuovi ospedali di Vibo, Gioia Tauro-Palmi e della Sibaritide. La questione è emersa ancora una volta nella sua gravità nel corso della seduta della Commissione regionale Sanità presieduta dal consigliere regionale vibonese Michele Mirabello. Nel corso, alla quale ha preso parte anche il dg dell’Asp di Vibo Angela Caligiuri, è stato evidenziato come i forti ritardi rischino addirittura di mettere a repentaglio finanziamenti per circa 440 milioni di euro destinati all’edificazione delle tre strutture sanitarie. A battere sul punto, in particolare, il consigliere regionale del Partito democratico Carlo Guccione che ha invocato la nomina di un commissario governativo che velocizzi le procedure relative alla costruzione dei nuovi ospedali. Ipotesi respinta al mittente da Mirabello il quale ha evidenziato come si «erediti una difficilissima condizione fatta di ritardi, di errori grossolani sulla scelta dei siti, di dotazioni finanziarie insufficienti, cui si è fatto fronte con notevole dispendio di energie e con fondi Fsc». In particolare, con riferimento alla vicenda di Vibo Valentia, Mirabello ha precisato che «esiste la dotazione finanziaria per l’approvazione del progetto definitivo – e che – evocare ancora commissariamenti governativi, mentre i calabresi stanno subendo sulla propria pelle il peso del commissariamento per il piano di rientro, ed oggi pagano proprio il prezzo di 5 anni di commmissarimento con i soggetti attuatori proprio sugli Apq, è molto pericoloso. Del resto – ha aggiunto -, le difficoltà finanziarie dei concessionari non sono certo ascrivibili a responsabilità della Regione». In conclusione: «pur essendo assolutamente in linea con la evidenziata necessità di mettere in campo energie ed attenzione su una materia così delicata, ritengo che lo sforzo prodotto sin qui per recuperare ritardi ed inefficienze non vada vanificato ma, pur consapevoli dell’esistenza di oggettive difficoltà, vada concluso rapidamente con la cantierizzazione delle opere».