L’odissea dei pasti per l’ospedale di Vibo: «Cucinati a Serra ed esposti a pioggia e rischi igienici»
A denunciare pubblicamente lo stato delle cose il consigliere comunale del Pd Antonio Roschetti: «A farne le spese, come al solito, sono i degenti di una struttura che ormai risulta essere fatiscente in più aree»
Il consigliere comunale del Partito democratico a Vibo, Antonino Roschetti, pone l’attenzione sull’ospedale Jazzolino di Vibo, che definisce «una fra le strutture sanitarie pubbliche più chiacchierate della Calabria». Lo fa denunciando le «grandi pecche relative al servizio di consegna dei pasti per i degenti, al fine di richiedere un’azione risolutiva da parte dell’Asp». Per Roschetti si è di fronte ad «una situazione inammissibile. I pasti per gli utenti vengono cucinati a Serra San Bruno da circa due anni, e successivamente vengono trasportati verso le strutture di Vibo Valentia, Soriano e Tropea. Pertanto – incalza -, a Vibo i pasti arrivano dopo un’ora, mentre ci vuole circa un’ora e mezza per Tropea. Vien da se che la qualità del cibo ne risente, ed anche parecchio, senza contare le complicazioni logistiche del caso».
La vecchia cucina dell’ospedale di Vibo, ricorda l’esponente Pd, «è chiusa da circa 3 anni per problemi di stabilità del vicino reparto di Ortopedia, anche se i pazienti sono ricoverati in quell’ala senza apparenti problemi. Eppure la ditta incaricata del servizio, la Dussmann, aveva presentato un progetto per la realizzazione di una cucina elettrica nell’ex sala mensa. Novantamila euro di costo complessivo, a fronte degli attuali 120mila all’anno per l’espletamento del servizio. Ad oggi però non vi è stata nessuna risposta, nonostante la disponibilità dimostrata dalla ditta. La cucina della struttura ospedaliera di Tropea, invece, è chiusa da circa 2 anni solo ed esclusivamente per la non potabilità dell’acqua». A questo stato di cose, ricorda ancora Roschetti, «si aggiungono le condizioni estreme in cui sono costretti a lavorare gli operatori. I carrelli dalla sala mensa vengono trasportati attraversando delle strade in catrame, piene di buche, spesso sprovvisti di copertura. Quando piove, ad esempio, i carrelli porta-vassoi arrivano tutti bagnati e gocciolanti nei reparti. Ritengo – annota pertanto – che la massima igiene debba essere una priorità, soprattutto in un contesto sanitario già precario. Dal punto di vista logistico, v’è da aggiungere altresì, che per poter portare i carrelli, gli operatori devono per forza di cose passare dal reparto di Microbiologia, e da questi locali, sempre per questione di igiene, non dovrebbe passare nessuno. I carrelli, inoltre, vengono portati nei vari reparti con gli ascensori. Occhio perché non sono ascensori speciali, ma quelli che regolarmente vengono usati da tutti: addetti alla pulizia, personale delle ambulanze, civili e persino dal personale della sala mortuaria».
Per il consigliere comunale «a pagare, come al solito, sono soprattutto i degenti, costretti a stazionare in una struttura che ormai risulta essere fatiscente in più aree. E’ una questione di dignità sia per i degenti che per il personale che opera in queste condizioni. Lo “Jazzolino” ha diversi problemi sia relativi alla stessa struttura, con i reparti che necessitano di migliorie di carattere tecnico, che per la carenza di personale. Non si può sottovalutare anche questo fatto, visto che i pasti spesso arrivano freddi e qualitativamente scarsi per via delle condizioni di trasporto. E’ impossibile andare avanti così: anziché pensare alla costruzione del nuovo Ospedale (che a mio avviso neanche i nostri figli riusciranno a vedere) sarebbe più logico guardare al presente, potenziando nell’immediatezza la struttura attualmente esistente. Visto che ormai si è arrivati al limite della sopportazione, è necessario pertanto, richiedere un intervento immediato da parte dell’Azienda sanitaria provinciale, finalizzato ad alleviare i notevoli disagi esistenti».