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Vaccini, l’Asp di Vibo: «Sono 3200 le dosi di AstraZeneca in frigo»

Il chiarimento del commissario Bernardi dopo la diffusione di un numero errato riferito da una fonte interna all'Azienda sanitaria provinciale

Vaccini, l’Asp di Vibo: «Sono 3200 le dosi di AstraZeneca in frigo»
Maria Bernardi, ex commissario dell'Asp di Vibo Valentia

In merito all’articolo “Vaccini anti-covid, a Vibo, ferme 27mila dosi di AstraZeneca che nessuno vuole” pubblicato sulle nostre testate, il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Maria Bernardi, attraverso una nota stampa rettifica i dati.

«In riferimento alle “27.000 dosi di vaccino AstraZeneca ferme nel frigo”, oltre a risultare falso e privo di qualsiasi fondamento – è scritto nella nota –  potrebbe indurre in chi legge ad errate deduzioni. Al fine di fornire una corretta informazione si precisa pertanto, che le dosi di AstraZeneca attualmente disponibili e in giacenza nei frigoriferi della farmacia ospedaliera dell’ASP di Vibo Valentia sono 3.700 e non 27.000. Le suddette dosi saranno utilizzate, per come anticipato nel comunicato stampa inviato a tutti gli organi di informazione il 19 aprile, con l’avvio della campagna vaccinale agli over 60. Questo Management – prosegue Maria Bernardi – fin dal suo insediamento, ha dimostrato di nutrire per gli organi di informazione grande rispetto riconoscendo agli stessi il fondamentale e prezioso ruolo che svolgono soprattutto in questo difficile momento di grave emergenza sanitaria. La stampa ha sicuramente il sacrosanto dovere di informare e di denunciare quel che non va, ma anche quello di effettuare, prima della pubblicazione della notizia, una approfondita verifica delle fonti. Ciò al fine di non ingenerare nell’opinione pubblica, come nel caso specifico, un ingiustificato allarmismo».


Il Vibonese prende doverosamente atto della precisazione della commissaria Bernardi, condividendo ovviamente la necessità di verificare le informazioni prima di pubblicarle. Cosa che però, al contrario di quanto desume erroneamente Bernardi, abbiamo fatto, ottenendo da una fonte dirigenziale di primo piano, interna all’Asp, il dato poi reso pubblico.

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