È di Ricadi l’inventrice delle adozioni a distanza: la storia di suor Tarcisia Rizzo
La religiosa vibonese si trasferì in Africa nel 1960 per fare la missionaria. Qui ideò il sistema di piccole donazioni che ancora oggi viene usato in tutto il mondo per aiutare i bambini poveri
di Rocco Greco
Non molte sono le persone a sapere che Suor Tarcisia Rizzo, nata a Brivadi di Ricadi, piccolo centro situato sul promontorio di Capo Vaticano (VV), è stata la fondatrice e la coordinatrice della missione San Francesco nel Distretto di Solwezi, nella Provincia Nord-Occidentale dello Zambia.
Ma la cosa che la rende ancora più unica, rendendola una stella del firmamento di prima grandezza, è che è stata la prima a concepire ed a mettere in pratica il sistema delle “Adozioni a distanza”, che permette di aiutare, con piccole cifre alla portata di tutti, i bambini bisognosi dei Paesi più poveri della Terra, direttamente nel contesto in cui vivono. Numerose oggi sono le organizzazioni benefiche internazionali che adottano il suo metodo per aiutare i più poveri, da Save the Children a L’Albero della Vita, da Sant’ Egidio a l’Unicef, a VIS Adozioni Salesiane e tante, tante altre ancora.
Appartenente all’Ordine delle Suore di San Giovanni Battista, fondata nel 1878 da sant’Alfonso Maria Fusco (1839–1910) e che opera in 17 Paesi del mondo, Suor Tarcisia Rizzo è nata da una famiglia di contadini, sei figli maschi e tre femmine. Semplici e timorati di Dio, Giuseppe, il padre, e Andrizzi Maria, la madre, hanno incoraggiato sia la sua vocazione che quella di un fratello, padre Rosario Ottavio Rizzo, redentorista, della congregazione del SS. Redentore, fondata da sant’Alfonso de’ Liguori (1696-1787). Ma anche cugino, don Pasquale Russo, è stato attratto dalla vocazione religiosa.
Ma ritorniamo alla nostra Suor Tarcisia. Divenuta giovanissima suora battistina, nel 1960 lasciò la sua Calabria per andare ad aiutare i bisognosi di un paese ancora più povero, lo Zambia, dove s’immerse in quella miseria assoluta, alla quale dedicò il resto della sua vita, facendo oltre che da fondatrice e coordinatrice, da infermiera, ostetrica, inserviente e quant’altro vi necessitava per 18 ore al giorno (dal libro: “A Piene Mani. Storia di suor Tarcisia, missionaria in Africa”).
Trent’anni anni di vita missionaria al servizio dei poveri, dei lebbrosi e degli emarginati di quella parte d’Africa, sino al 1997 quando, a causa di un incidente stradale, concluse la sua esistenza terrena.
Ancora oggi, le suore Battistine a Solwezi, nella missione San Francesco, fondata da Suor Tarcisia Rizzo, assistono intere famiglie di lebbrosi, gestiscono una scuola di promozione della donna, un dispensario e un centro per la salute e fanno apostolato nei villaggi.