L’archeologia industriale di Vibo Marina: la fabbrica del ghiaccio e il pastificio Gargiulo
Piccole realtà produttive, vestigia di un passato “glorioso” che sarebbe opportuno salvaguardare da un inesorabile degrado
Negli anni ‘50/‘60, quando i frigoriferi dovevano ancora arrivare, a Vibo Marina funzionava a gran ritmo una fabbrica del ghiaccio, nella quale venivano prodotti blocchi di ghiaccio a forma di parallelepipedo, del peso di circa 25 chili ciascuno, fatti per durare ore ed ore prima di sciogliersi.
All’epoca la fabbrica, di proprietà della famiglia Cacciatore, era fiorente, al pari di tante altre realtà produttive esistenti nella cittadina portuale, e rappresentava, per il settore della pesca e non solo, un’importante risorsa. Il ghiaccio prodotto serviva principalmente alla conservazione dei prodotti ittici pescati in zona e sbarcati dalla flotta peschereccia, ma oltre a quella rappresentata dai pescatori del vicino porto vi era una clientela più ampia, costituita in gran parte da negozianti, albergatori, baristi, fruttivendoli e anche famiglie.
Negli anni che precedettero il boom economico, quando ancora nelle case non era presente il frigorifero, nei mesi estivi si andava a comprare una parte di stecca di ghiaccio e, arrivati a casa, la si rompeva poi in piccoli pezzi per rinfrescare le bevande o per conservare più a lungo gli alimenti più deperibili. Per trasportare le stecche di ghiaccio, ricoperte di sacchi di juta inumidite per proteggerle dal sole, fino alle imbarcazioni, dai pescatori veniva usato un carretto di legno a due ruote e, quando si era nei pressi della barca, si provvedeva poi a spezzare i blocchi per depositarne i pezzi così ottenuti nelle cassette contenenti il pescato. La fabbrica scomparve quando, con l’avvento dei camion frigoriferi, non ci fu più bisogno, per il trasporto di alimenti, di accompagnare la merce con il ghiaccio preconfezionato.
Da allora è passato tanto tempo, ma la struttura, ormai fatiscente, si trova ancora lì, dietro le banchine dei pescherecci, e rappresenta ormai un esempio di archeologia industriale, al pari di quello esistente a poche centinaia di metri: il pastificio “Fratelli Gargiulo” di Torre Annunziata.
Insediatosi nei primi anni del dopoguerra, questo stabilimento fu uno dei primi esempi di industria per la produzione di paste alimentari presenti in Calabria, offrendo un prodotto di qualità che veniva commercializzato in tutta la regione e che era in grado di fare concorrenza ai più rinomati marchi nazionali. Oltre alle maestranze arrivate dalla città campana, per molti anni nel pastificio trovarono lavoro anche decine di operai provenienti da molti paesi limitrofi. Oggi il pastificio Gargiulo rappresenta un’altra testimonianza del patrimonio archeologico industriale del territorio vibonese. Piccole realtà produttive ad impatto ambientale zero, vestigia di un passato “glorioso” che sarebbe opportuno salvaguardare da un inesorabile degrado.