Imprenditore di successo a 24 anni: «Restare in Calabria? Scelta etica»
Pasquale Vallone è un giovanissimo manager a capo di una start up dedicata alla formazione privata, Scuola Plus Formazione Docenti. Nata nel 2016 oggi conta 5 sedi, 6 marchi registrati, 1500 corsi, 5000 iscritti l’anno
Se l’Italia non è un paese per giovani, figuriamoci la Calabria. Ma l’eccezione ad un assioma che se abusato finisce con l’essere giustificativo dell’immobilismo e di una certa, endemica pigrizia, la fornisce la storia personale ma soprattutto imprenditoriale di Pasquale Vallone, 24 anni, che dall’hinterland vibonese dove ha scelto di rimanere e di operare – «per etica, non certo per convenienza, vista la fatica che serve a lavorare da qui» -, è a capo di una start up dedicata alla formazione privata che dal 2016 – anno della fondazione – ad oggi, conta 5 sedi, 6 marchi registrati, 1500 corsi, 5000 iscritti l’anno: la Scuola Plus Formazione Docenti.
Core business è la formazione dei docenti: aspiranti tali, e di ruolo. Vallone, laureatosi in economia e commercio alla Cattolica di Milano, e forte dell’esperienza di famiglia, attiva da anni nello stesso ambito, avvia l’impresa nel 2016. «Volevo dar vita ad una creatura aziendale diversa, che si distinguesse per strategie ed obiettivi dalla strada tradizionale percorsa sino a quel momento dall’azienda dove ero cresciuto. Volevo dire la mia in un settore dove ero immerso sin da bambino, ma cambiando radicalmente l’impostazione. Così, ho applicato una formula innovativa ad un target di riferimento diverso e ben preciso: la preparazione di chi intende diventare un insegnante. Oggi, forniamo una guida al neolaureato, lo assistiamo nel percorso di inserimento nel mondo della scuola. E la mia più grande soddisfazione è vedere i tanti che riescono a centrare l’obiettivo, quanti di loro diventano docenti, dopo aver frequentato i nostri corsi».
Oltre all’attività principale, che costituisce circa il 70% dell’operatività, ed è costituita appunto da Scuola Plus Formazione, viaggiano altri marchi: queenschool.it, midiplomo.com, gammatest.it, queentravel.it, unilesson.it. Branche operative che coprono dalla preparazione di esami universitari ai corsi di inglese, dai viaggi studio per apprendere una lingua all’estero al conseguimento del diploma, corsi tecnici e di alta specializzazione. Un risultato importante, se si pensa che dietro questa formidabile macchina operativa c’è la caparbietà e la forza di volontà di un imprenditore giovanissimo, da tre anni e sei mesi al timone della sua creatura aziendale, e perfettamente in grado di imprimere ai processi decisionali direzione, forza, velocità e precisione. «Se sei un ragazzo, e fai impresa – ammette a tale proposito – non puoi permetterti di sbagliare. Devi fare tutto nel migliore dei modi. Devi essere perfetto. Perché se sbagli sei finito, non ti scontano il benché minimo errore. In sostanza, rischi di non rialzarti più. Un imprenditore maturo, in pratica dai 35 anni in su, ha più possibilità di essere “perdonato”. Trova comunque il modo di cadere in piedi, e con lui l’ambiente circostante è meno severo. Questo francamente è un gap che andrebbe rivisto».
E infine, sempre a proposito di gap culturali, il rapporto con la Calabria. « È ovvio che se non avessi scelto di rimanere qui, avrei più possibilità. Faticherei di meno per ottenere i risultati, per far crescere l’azienda. Quando parto per lavoro, quando sono fuori e penso di dover rientrare, a volte mi prende male. Ma appartengo alla categoria di imprenditori che scelgono di rimanere per etica, per senso di responsabilità. Sono legatissimo alla Calabria, alla provincia di Vibo. Certo, sono consapevole dei problemi che persistono, e che andrebbero affrontati senza la superficialità che sino ad ora ha caratterizzato la risposta della politica, dei governi. Ma al tempo stesso credo che l’unica via per far sì che la Calabria possa rispondere alle sfide della globalizzazione, e messa nelle condizioni di valorizzare le mille risorse che ha, passi dagli investimenti in ambito culturale e formativo. Senza la cultura non si va da nessuna parte».