giovedì,Novembre 21 2024

Il nuovo ospedale, la burocrazia e le morbose attenzioni della politica

La sorte della più importante opera pubblica programmata nel Vibonese appare sempre più condizionata da un iter tortuoso e da un interesse politico che indirizza i suoi sforzi in una direzione tutt’altro che utile al territorio

Il nuovo ospedale, la burocrazia e le morbose attenzioni della politica

Se la burocrazia non facilita le cose, la politica, di certo, neppure brilla per concretezza. L’iter a dir poco tormentato della costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia pare così insidiato da più fattori che producono il risultato non esaltante di ingessarne ulteriormente l’andamento, dilazionando a dismisura la speranza di veder concretizzata un’opera considerata strategica su più fronti.

Lo ha riferito solo pochi giorni fa il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Angela Caligiuri in un’intervista al vibonese.it. Ho toccato con mano – ha asserito la manager – i grandi ostacoli burocratici che si frappongono tra la progettazione del nuovo presidio ospedaliero e la sua realizzazione.

Di certo, aveva segnalato la dirigente, la burocrazia ha lo scopo di tutelare la correttezza, la trasparenza e la legalità quanto mai necessarie in processi di questo tipo. Peccato che il risultato finale porti inevitabilmente ad un allungamento “biblico” dei tempi mentre, nonostante gli sforzi dell’azienda, la sanità vibonese boccheggia e la richiesta di salute dei cittadini, non trovando adeguata soddisfazione sul territorio, deve continuare necessariamente a rivolgere lo sguardo altrove.

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Una questione di non poco conto se si pensa, ancora, che la struttura ospedaliera del capoluogo viene da più parti indicata (management incluso) come il punto fermo dal quale ripartire per riorganizzare la malandata sanità vibonese. Nella dilatazione dei tempi, poi, aumentano i rischi che si vadano annidando ingerenze di ogni sorta. Tra queste, non secondarie, vi sono anche quelle politiche e dunque la possibilità da parte dei partiti d’“interferire” in qualche misura in quella che è la più grande opera pubblica in via di realizzazione nel Vibonese degli ultimi decenni.

Una macchina, quella che si è messa in moto a passo incerto, che non manca evidentemente di richiamare l’attenzione dei politici nostrani che intravedono in essa uno straordinario di strumento di gestione del consenso. Sarà questo il motivo per il quale anche un organismo (tutto sommato secondario) come la Conferenza dei sindaci (che si dovrebbe occupare di individuare le linee guida dell’offerta sanitaria territoriale e di garantirne il controllo) diventa un banco di prova politico dove si misurano rapporti di potere, si consolidano alleanze, si ampliano cordate.

Lo aveva già segnalato di recente anche il segretario provinciale della Cgil di Vibo Valentia Luigi Denardo, denunciando l’inspiegabile ritardo nell’individuazione del presidente della Conferenza dei sindaci e un gioco di “ragioneria politica” che sta producendo il risultato di sospendere anche le attività di un organismo incapace (ormai da quasi un anno) persino di determinare chi dovrà guidarlo. Presto, tuttavia, si potrebbe uscire dallo stallo con la più che probabile nomina del sindaco di Serra San Bruno Luigi Tassone, espressione di una precisa area politica che appare qui addirittura superfluo menzionare.

Sempre la Caliguiri, molto diplomaticamente, aveva etichettato questo interesse della politica verso il “governo della sanità” come una manifestazione di autentico coinvolgimento e preoccupazione verso i servizi al cittadino.

Ben venga se così fosse, il territorio aspetta ora solo di trarre i benefici di cotanto interesse. Ma sarebbe altrettanto utile se questo stesso interesse della politica s’indirizzasse, nell’alveo delle prerogative e dei ruoli di ciascuno, a sollecitare con maggior risolutezza l’avvio dei cantieri, l’uscita delle pratiche dai meandri della burocrazia regionale, l’accelerazione di un progetto davvero non più procrastinabile.

Questo si che sarebbe un servizio reso al territorio, agli operatori della sanità, a quel “popolo” vibonese che tanto sta a cuore ai suoi rappresentanti.

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