Short list a Vibo, le assistenti sociali del Comune prendono le distanze dalle assunzioni dei consulenti
Le precisazioni di un operatore comunale che critica la gestione dirigenziale del settore. «Il vero problema è la mala organizzazione dei servizi e non le consulenze più o meno pagate»
di Alessia Bausone
Sta facendo ancora discutere la nostra inchiesta sugli incarichi esterni a professionisti “pescati” dalle Short list di Vibo Valentia e Locri. Una precisazione su ciò che accade a Palazzo Razza ci arriva da Daniela Ritacco, assistente sociale specialista in carico presso il Comune di Vibo Valentia.
«Vorrei fare delle precisazioni – scrive la Ritacco – le dottoresse che gestiscono il Servizio Sociale del Comune non c’entrano con le progettiste/consulenti. Occorre fare un distinguo: il Comune di Vibo Valentia è l’unico capoluogo di provincia calabrese che prima di un anno e mezzo fa non aveva un servizio sociale professionale (un’assurdità perché in altri comuni c’è da 50 anni) e le assistenti sociali non gravano in nessun modo sul bilancio dell’ente perché afferiscono a fondi ministeriali, programmati e progettati per dar continuità al servizio stesso».
Entrando nel merito della nostra inchiesta, la Ritacco sottolinea: «Altra cosa sono i consulenti progettisti, che la dirigente (o chi per lei) ha pensato di super stipendiare ignorando che l’ambito di cui Vibo Valentia è comune capofila, ha in organico 16 dottoresse di cui almeno 12/13 sono già progettiste per formazione con una laurea specialistica in gestione e progettazione delle politiche e dei servizi sociali».
«Ecco perché – conclude – prendo le distanze dalle progettiste perché già assunte come dipendenti del comune di Vibo Valentia con selezione pubblica. Il problema è la mala gestione e organizzazione dei servizi e la non conoscenza dei settori e non le consulenze più o meno pagate o i servizi sociali in sé, che ci tengo a ricordare sono un servizio delicatissimo che lavora in silenzio».