Short list, parla la Teti: «Posso anche aver fatto errori, ma chi non ne fa?»
La dirigente del Comune di Vibo, sentita in Quinta commissione, sferza i consiglieri: «Non entrate nelle procedure amministrative, non è il vostro mestiere». Sulla vicenda pende una richiesta di accesso agli atti del Codacons
Un minuto di silenzio in memoria del nostro collega Michele Porcelli, tragicamente scomparso in servizio, ha aperto i lavori della V Commissione consiliare Controllo e garanzia che si sono sviluppati attorno all’audizione della dirigente Adriana Teti in ordine alla dibattuta vicenda della short list per il reclutamento di esperti nell’ambito della programmazione dei fondi europei e regionali.
I lavori, presieduti dal consigliere d’opposizione Pietro Comito, hanno registrato la presa di posizione della dirigente che ha respinto ogni addebito sulla correttezza delle procedure, non escludendo, tuttavia, di aver potuto anche «commettere degli errori». Del resto, ha aggiunto, «chi non ne fa? Anche al Governo sbagliano, anche Draghi sbaglia».
«Qualunque cosa dica – ha detto in premessa la Teti – sarò messa all’indice. Io posso anche aver sbagliato la procedura ma ho fatto una scelta sulla base di tre possibilità che la legge mi offre. La short list è comunque pur sempre un affidamento diretto, non è una procedura concorsuale ma è utile per avere più possibilità di confrontare i curricula». Quindi ha rivendicato: «C’è stata trasparenza e l’assemblea dei sindaci era informata. Se ho sbagliato – ha detto ai consiglieri presenti – rivolgetevi alle autorità competenti. Tutti possiamo sbagliare ma la legge consente la semplificazione della procedura e questo ho fatto: ho seguito questa strada. Non sarete d’accordo – ha ammesso – perché la scelta è sempre discrezionale da parte del dirigente ma io non ho niente da nascondere».
Poi il duro sfogo contro i consiglieri di opposizione, specie contro «gli stessi che prima stavano in maggioranza e non avevano nulla da ridire». «Io – ha tuonato la Teti – non mi sottraggo al confronto, ma mi si dà sempre addosso: non spetta a voi entrare nelle procedure amministrative, non è questo il vostro mestiere, attenetevi al dato politico. Se pensate che abbia fatto illegittimità – ha ribadito – rivolgetevi alle autorità».
Un intervento che ha, evidentemente, surriscaldato gli animi tra i commissari in sala e quelli collegati da remoto. Dure repliche da parte di Laura Pugliese: «non è accettabile che lei dica “non interessatevi”, perché noi siamo qui per farci garanti dei cittadini»; di Lorenza Scrugli: «non è la prima volta che lei fa pesanti insinuazioni nei miei confronti per poi scusarsi, questo atteggiamento non è più accettabile e sugli atti lei fa solo confusione»; di Marco Miceli: «La procedura andava annullata e riformulata completamente. Le modifiche sono state apportate per variare i requisiti dei sei anni di esperienza. Così facendo il Comune rischia di soccombere in un eventuale contenzioso ed è evidente che manca un indirizzo politico preciso».
Il Codacons chiede l’accesso agli atti
Il Codacons e l’avvocato Claudio Cricenti, nei giorni scorsi, hanno fatto sapere di aver presentato formale richiesta di accesso agli atti della procedura che ha portato alla creazione della short list e poi all’individuazione di un esperto di prima fascia per l’Ambito territoriale di Vibo Valentia.
«A render attuale detta azione – si spiega – è stata la diffusione sulle principali pagine di cronaca della notizia della conclusione della procedura e la necessità di far render note le modalità con cui la stessa è stata gestita. Ciò che si chiede è solamente trasparenza, specie laddove in gioco vi siano procedure concorsuali comparative che rivolgendosi ai candidati fanno maturare l’aspettativa ed il legittimo affidamento che la meritocrazia divenga metodo d’elezione per formare la classe dirigenziale del presente e del futuro. D’altronde è la legge a prevedere ciò».
Per l’associazione dei consumatori «non è assolutamente una critica sui candidati risultati ora idonei ora vincitori e certamente ampiamente qualificati, ma l’esigenza di assicurare trasparenza: esigenza che postula la possibilità per ogni concorrente, ma anche per i cittadini di poter comparare quei curricula».
Proprio in ragione di ciò «si è chiesto di far prevalere la trasparenza sempre e comunque e quindi di far conoscere “gli atti della procedura, i curricula degli idonei e i verbali con i quali si è proceduto alla valutazione degli stessi e quindi all’esclusione di altri candidati”, ribadendosi che – si legge nell’istanza – “la conoscibilità dell’attività dell’amministrazione, in tutti i suoi snodi, serve a creare e a rafforzare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni che li governano; essa rende noto, difatti, ciò che l’amministrazione fa e soprattutto come lo fa, attraverso cioè quali procedure e quali modalità e finisce per consentire la buona amministrazione della cosa pubblica. La fiducia – conclude il Codacons – è la benzina che consente alle istituzioni di un Paese democratico di essere credibile al proprio interno e nella comunità internazionale».