Pd in “guerra” a Vibo, Salvatore Crupi: «Basta lacerazioni»
Il dirigente provinciale, nell’occasione denuncia anche poca trasparenza e mancanza di concertazione all’interno di un circolo, quello di Limbadi, sostanzialmente commissariato
Continua la disamina interna al Partito democratico vibonese. Oggi ad intervenire nel dibattito politico in corso è il dirigente provinciale di Limbadi Salvatore Crupi. Per l’esponente del Pd, oggi più che mai «è necessaria una seria riflessione da parte di tutti quelli che amano fare politica all’interno del partito. Assistiamo in questo frangente – sottolinea – a dichiarazioni, lettere e prese di posizione che denotano una fragilità e una seria mancanza di un franco confronto. Si chiedono, ad esempio, a organismi legalmente e a norma di statuto costituiti, dimissioni, passi indietro, minacce di missioni romane, e non si sa per che cosa. Se guardo a Limbadi, mio circolo d’appartenenza, vedo la firma dell’ex segretaria Daniela Limardo (dimessasi circa un anno e mezzo fa) su un documento sottoscritto di recente da 27 presidenti di circolo. Si capisce, allora, che qualcosa non sta andando per il verso giusto».
A questo punto Crupi si chiede «quante attività di partito hanno svolto su questo territorio negli ultimi mesi i firmatari di queste lettere e gli enunciatori di questi proclami?». Un punto di domanda a cui fa seguito l’amara constatazione che la cruda verità sulla situazione attuale «è che mancano la concertazione, il confronto e la trasparenza interna, nonostante quando il segretario Enzo Insarda’ e il presidente Enzo Romeo sono stati chiamati a partecipare ad incontri sul territorio (a Limbadi l’ultima volta nell’ottobre 2020) lo hanno sempre fatto». E che, ancora, «ad alcuni piace assumere posizioni di comodo e fomentare lacerazioni che, però, di certo non attecchiranno. Oggi più che mai – aggiunge – c’è bisogno di confronto costruttivo tra gli iscritti, da cui scaturiscano scelte innovative che permettano di trovarci pronti ad affrontare cambiamenti profondi, necessari ed indispensabili per affrontare sfide difficilissime ed anche passaggi istituzionali che richiederanno intelligenza e ponderazione. Il nostro circolo – conclude – è sostanzialmente commissariato da circa un anno e mezzo. Guardiamo avanti, puntiamo a nuovi iscritti e a un congresso da cui scaturiscano scelte condivise e di coesione sociale che ci permettano di essere più autorevoli e incisivi nel portare avanti il bene comune».