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Politiche 2018 | M5S primo partito a Vibo, boom di Civica popolare

Il voto nelle 36 sezioni del capoluogo di provincia premia come altrove i candidati del movimento alla Camera. Al Senato si invertono i rapporti e FI vince a mani basse. De Filippis traina i centristi oltre il 7 per cento. Tracollo Pd 

Politiche 2018 | M5S primo partito a Vibo, boom di Civica popolare

Il Movimento Cinque Stelle è il primo partito a Vibo Valentia nel voto per la Camera dei deputati. È questo il dato che emerge chiaramente dalle consultazioni per il rinnovo del Parlamento del 4 marzo. Anche nella vecchia Monteleone fa dunque breccia il messaggio rivoluzionario dei pentastellati ed emerge chiaramente una disaffezione verso la politica che si catalizza in un voto d’opinione (ma non solo) capace di mettere in discussione i confini della geografia politica locale. La proposta grillina viene benedetta da 5328 voti sul simbolo alla Camera, pari al 33,14% per cento, e da ulteriori 175 voti sul candidato all’uninominale Dalila Nesci che ottiene quindi il 33% nelle 36 sezioni di Vibo e frazioni. 

La nuova legge elettorale, il Rosatellum, premia però le coalizioni e se, nel collegio camerale Calabria 06, ad avere la meglio nella sfida con la Nesci, appunto, e con il candidato del centrosinistra Bruno Censore, è la candidata di centrodestra Wanda Ferro, anche a Vibo città è l’ex presidente della Provincia di Catanzaro la più votata, aggregando i voti della coalizione composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia. Ben 6.168 i voti andati alla Ferro (di cui 166 al solo candidato) per una percentuale pari al 37,60 per cento. Tra i partiti della coalizione è Forza Italia a fare la voce grossa (secondo partito in città con il 25,40 per cento) con 4.015 voti, quindi la Lega che ottiene il ragguardevole risultato di 1.034 voti per il 6,54 per cento (quinto partito a Vibo). Ancora Fratelli d’Italia ottiene 716 voti con il 4,53 per cento. Infine la quarta gamba dell’Udc racimola 237 voti con l’1,49 per cento.

Esposto al vento che soffia forte verso destra e verso i movimentisti a 5 stelle, crolla anche nel capoluogo il centrosinistra (terzo tra gli schieramenti) e all’interno di esso il Partito democratico che con il 13,68 per cento (2162 voti sul simbolo) è il terzo partito in città. Non passa nemmeno a Vibo quindi, come da più parti preventivato, la proposta di Bruno Censore, sconfitto quasi ovunque in provincia compreso nella sua Serra San Bruno. Nel capoluogo raccoglie 3.763 voti di coalizione (209 al solo candidato) per il 22,94 per cento. Il vero exploit nella coalizione di centrosinistra lo segna in città la lista Civica popolare Lorenzin che ottiene ben 1.126 voti per un 7,12 per cento che accreditano la formazione nata dalle ceneri di Alternativa popolare come quarto partito a Vibo. Risultato, questo, figlio della scelta del presidente del consiglio comunale Stefano Luciano e dei suoi alleati a favore del candidato capolista al proporzionale, l’ex assessore Vincenzo De Filippis, che dunque segna con un’affermazione unica in Calabria (benché insufficiente ad eleggerlo viste le percentuali complessive) la sua esperienza elettorale. Quindi le percentuali irrilevanti di +Europa (1,03%) e Insieme (0,65%) a chiudere il quadro del centrosinistra a Vibo.    

A seguire Liberi e uguali che non incide in città (2,93% la percentuale ottenuta da Silvio Primerano in linea con il dato provinciale che segna i suoi picchi a Pizzo (6,84%) e Stefanaconi (5,25%)) e Potere al popolo che non sfonda l’1%. A seguire tutti gli altri.

Dati significativamente diversi per il Senato, dove il primo partito, trascinato dal capolista al proporzionale Giuseppe Mangialavori è Forza Italia con il 38,59% per 5671 voti sul simbolo (il candidato all’uninominale Pietro Aiello ottiene 7254 voti per il 48,45%). Quindi il M5S con il 30,93% e 4.546 voti (Silvia Vono, prima nel collegio, a Vibo ottiene 4.672 voti per il 31,20 per cento). 

Di male in peggio il centrosinistra che al Senato vede ulteriormente arretrare il Pd al 12,30 per cento con 1808 voti e  crollare anche di più Civica popolare che sulla scheda gialla crolla allo 0,82% superata anche dai radicali di +Europa. Segno che chi ha preferito sostenere il tandem Luciano-De Filippis alla Camera, al Senato ha preferito orientarsi altrove, con ogni evidenza verso Mangialavori e dunque il centrodestra.

Un altro elemento utile a decifrare gli equilibri in seno alla maggioranza consiliare del capoluogo, allo stato retta sulle due forze capeggiate da Luciano e Mangialavori, sui quali l’esito del recente voto dovrà necessariamente influire. 

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