Pd Vibo, il terremoto “teleguidato” da Censore in un partito dilaniato dalla corsa alle poltrone – Video
Il segretario provinciale Insardà risponde ai “ribelli”: «I congressi si faranno, ma dopo le Regionali». Sulla mancata candidatura dell’ex deputato: «Capita che un titolare debba accomodarsi in panchina, non è una tragedia»
Un terremoto telecomandato. Lo “sterzo” è a Serra San Bruno, l’epicentro nel capoluogo. Via Argentaria a Vibo Valentia per l’esattezza. La fronda dei 27 segretari di circolo nasce nella città della Certosa, dove lo strappo tra l’ex uomo forte del partito Bruno Censore e il delfino Luigi Tassone dà il via al fuoco di fila che investe in queste ore il segretario provinciale Enzo Insardà e il commissario regionale Stefano Graziano.
Il passo indietro chiesto dall’ex consigliere regionale e già deputato al suo ex pupillo sulla candidatura alle Regionali, è stato rispedito al mittente e nel mirino sono così entrati i “criteri” scelti dal partito per le candidature a Palazzo Campanella. Pretesto politichese per mettere in discussione la leadership provinciale e regionale e invocare un nuovo congresso, utile a ristabilire l’“ancien regime”. O almeno a provarci.
L’ammutinamento dei 27 circoli
Un ammutinamento su tutta la linea, orchestrato proprio da Censore, che trova sponda nei segretari dei circoli comunali firmatari dell’atto d’accusa contro i vertici, disertori anche dell’assemblea provinciale svoltasi ieri in modalità online alla quale non si è palesato neppure il capogruppo in consiglio comunale a Vibo, Stefano Luciano.
Insardà ora prova a smorzare gli animi. Utilizzando parole apparentemente concilianti: «i congressi si faranno, ma dopo le Regionali, del resto io sono in scadenza e non sono certo innamorato della poltrona. Ma l’alternativa – asserisce in un’intervista rilasciata a LaC News24/Il Vibonese – si costruisce con il dialogo, partecipando alla vita e del partito e, perché no, dissentendo anche dalla linea indicata dai dirigenti».
Insardà: «Ambizioni personali che distruggono il partito»
Per il segretario non è il momento delle contrapposizioni. «Non è più tempo per polemiche inutili, dannose e strumentali – afferma -, che sono esclusivamente animate da ambizioni personali che distruggono il senso di collettività e di comunità. Il Pd è un partito plurale e inclusivo ma non è più aria per chi immagina di utilizzare i circoli solo come comitati elettorali. Siamo impegnati nell’elaborazione di una forte proposta politica di governo per il territorio e la Calabria e nella costruzione di un’alleanza sociale ampia, progressista, di centrosinistra».
Le priorità per il segretario in carica restano «il lavoro, la sanità, la riforma della pubblica amministrazione e l’utilizzo adeguato delle risorse disponibili per migliorare le attuali condizioni di vita e di lavoro delle persone, delle famiglie delle imprese. Non ci faremo trascinare in polemiche sterili e dannose e chi intende animarle con spirito distruttivo se ne assumerà la responsabilità. Apriamo una stagione di impegno e di lavoro auspicando e sollecitando ai circoli l’esigenza improcrastinabile di avviare a tutto campo un reale confronto di riflessione e discussione, per affrontare i temi e le problematiche che affliggono il nostro negletto territorio».
«Non è un dramma se un titolare va in panchina»
Sul punto Censore, il segretario, usa una metafora calcistica: «Una squadra di calcio è fatta di tante componenti: ci sono i campioni, i gregari, i titolari e i panchinari. Tutti hanno un ruolo fondamentale ma talvolta capita che un titolare debba accomodarsi in panchina. Quando questo avviene non è certo una tragedia».