Politiche 2018 | L’abbraccio di Vibo a Mangialavori: «Da qui nascerà la nuova destra calabrese» (VIDEO)
Partecipata convention nella sala della Provincia che si riempie per il capolista al Senato. L’evento alla presenza di Jole Santelli e Roberto Occhiuto, che dice: «Grazie al voto del Sud governeremo il Paese»
L’immancabile inno berlusconiano è ancora la colonna sonora della campagna elettorale di Forza Italia. Il celebre refrain “è tempo di credere… e siamo tantissimi” risuona in un loop infinito anche nella sala consiliare della Provincia di Vibo Valentia, scandendo il tempo dell’attesa dell’avvio della più classica delle convention in stile azzurro.
E nell’aula consiliare in tantissimi, in effetti, stringono in un caloroso abbraccio il candidato forzista capolista al Senato e più rappresentativo del territorio. Giuseppe Mangialavori dal canto suo non si sottrae: dispensa abbracci e baci, stringe mani, si gode il calore della sala in quello che rappresenta il primo vero bagno di folla a Vibo Valentia. Un modo per ribadire la sua leadership nel centrodestra locale e in un partito che gli riconosce gli onori di una candidatura di primo piano che lo traghetterà verso un’elezione certa.
«Se in passato qualcuno ci accusava di non tenere in considerazione il Vibonese – ha affermato, tra l’altro, la coordinatrice regionale Jole Santelli – con la candidatura a capolista di Mangialavori si fuga ogni dubbio passato e futuro. Non sempre con lui ci sono stati rapporti idilliaci – ha aggiunto -, ma solo perché in lui ho sempre nutrito grandi aspettative: Peppe per me rappresenta la vera rivelazione di Forza Italia in Calabria e queste elezioni ne daranno ampia dimostrazione».
Accanto ai maggiorenti del partito si ritrova un gran numero di volti noti della politica vibonese, dal sindaco di Vibo Elio Costa (e molti altri primi cittadini) ai “fedelissimi” assessori Francesco Pascale, Lorenzo Lombardo, Raffaele Manduca. Quindi consiglieri comunali del capoluogo e di altri comuni. Tra i banchi della presidenza anche i candidati Antonino Daffinà e Maria Tripodi. Poi i Pasqua, padre e figlio. Nelle prime file Alfonsino Grillo e gli esponenti storici del “forzismo” in salsa vibonese.
A prendere la scena è evidentemente il giovane medico, salutato da fragorosi applausi. «E’ un momento emozionante e bellissimo – ha detto – riusciremo a realizzare un sogno che è quello dell’elezione ma soprattutto quello di poter dare una risposta, dal 5 marzo in poi, a questo territorio».
Non manca la stoccata allo schieramento avversario che per Mangialavori si distingue per pratiche «scandalose. Iniziative dal sapore clientelare – ha detto – che non andrebbero fatte in campagna elettorale. Quelle risposte ai bisogni del territorio andrebbero date giornalmente. Invece non le abbiamo viste per anni e adesso c’è stato un improvviso risveglio». Sul piano delle proposte, restano le dichiarazioni d’intenti. «Dal centrodestra c’è la voglia di metterci la faccia – ha detto il capolista al Senato – e io ci metterò tutto me stesso, perché non posso deludere queste persone. Non sono truppe cammellate, ma persone che sperano in un cambiamento e non mi posso permettere un fallimento. Bisogna impegnarsi e far si che tutte le eccellenze che ci sono in Calabria possano avere un trampolino di lancio. Mi aspetto un risultato eccellente. Ho il quadro di quello che avviene in provincia di Vibo e ritengo che da qua nascerà la nuova destra calabrese».
Attestazioni di stima anche da Roberto Occhiuto che si dice convintissimo dell’exploit del centrodestra. «Renzi è stato straordinario – ha riferito -, ha fatto una legge elettorale che favorisce le coalizioni, lui che una colazione non ce l’ha. Il centrodestra si appresta a vincere le elezioni, mancano pochi collegi. I sondaggi ci dicono che dovremmo avere già 300 seggi. Vinciamo in tutti i collegi del Nord. La sfida decisiva è proprio qui al Sud dove il confronto è tra noi e il Movimento 5 stelle. Se noi riusciremo, come io credo, a prevalere in diversi collegi del Centro-sud, il centrodestra avrà una maggioranza autosufficiente per governare il Paese grazie alla Calabria e al Mezzogiorno».
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