Politiche 2018 | Alemanni, il “vibonese di Roma” che si candida a Camera e Regione Lazio
Imprenditore “green” e dirigente nazionale dei Verdi è in corsa con la lista “Insieme” a Montecitorio e alle regionali con l’uscente Zingaretti. Ambisce a diventare riferimento dei calabresi nella Capitale
Vibonese classe 1972, ambientalista e dirigente nazionale dei Verdi, a lungo consigliere politico di Pecoraro Scanio ex ministro dell’Ambiente, Francesco Alemanni è candidato alla Camera dei deputati a Roma e alla Regione Lazio, pronto a strappare uno scranno con la lista civica “Insieme” a sostegno della coalizione di centrosinistra nelle consultazioni del prossimo 4 marzo.
L’identikit
Francesco Alemanni, candidato capolista collegio Roma 01 alla Camera dei deputati e candidato capolista nella lista “Insieme” per Zingaretti in corsa per le Regionali del Lazio. Una lista composta “insieme” da Verdi, Psi e area civica di ispirazione ulivista, con presidente Giulio Santagata, ex ministro del Governo Prodi.
Professione: Imprenditore “green” e consulente sulle politiche ambientali.
Attività politico-sociale: Dal 1999 milita nel Federazione nazionale dei Verdi e dal 2009 è responsabile nazionale organizzazione. Ha svolto il ruolo di capo segreteria di Pecoraro Scanio al ministero delle politiche agricole e forestali, in seguito ha collaborato fino al 2005 con il Gruppo Misto presso la Camera dei deputati. Dopo il 2005 ha ricoperto il ruolo di dirigente all’assessorato all’ambiente presso la Regione Lazio con l’assessore Angelo Bonelli durante la giunta Marrazzo. È stato consigliere d’amministrazione di Trambus, ha lavorato presso L’ARP (Agenzia regionale dei parchi) e ha una lunga esperienza come ambientalista e professionista nel settore delle energie rinnovabili. Candidato alle regionali del Lazio nel 2005 è risultato il primo dei non eletti per uno scarto minimo. Come imprenditore lavora nel settore delle pubbliche relazioni, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, e ora anche della mobilità elettrica.
L’intervista
Dalle origini vibonesi alla candidatura alla Camera per i Verdi qual è stato il suo percorso politico?
«Ho iniziato ad appassionarmi alla politica durante gli anni universitari alla Sapienza. Come tanti altri calabresi della mia generazione ho studiato a Roma, che considero la mia seconda città d’adozione. E successivamente quando ho svolto il servizio militare nella Guardia di Finanza mi sono iscritto all’associazione ecologista laica e libertaria Ex Novo, ho collaborato con il Centro Bertrand Russel e poi ho fondato l’associazione “Qualità Italia” che si occupava di promozione dell’agricoltura tipica e biologica e di sviluppo sostenibile. Mi sono sempre impegnato su più fronti mantenendo con orgoglio il legame con le mie radici, infatti, anche con questa finalità nel 2004 ho partecipato alla costituzione della sezione giovanile dell’associazione “Brutium” che riunisce i calabresi nel Mondo».
Quali sono le priorità del suo partito a livello nazionale?
«Ridurre l’inquinamento, tutelare le risorse naturali, e combattere il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera che ad esempio affliggono regioni come la Calabria, terra ricca di corsi d’acqua che potrebbe vivere di turismo sostenibile e invece si ritrova a contenere i danni di impreviste bombe d’acqua o episodi sismici. Il nostro obiettivo nazionale è combattere le ecomafie che avvelenano con i rifiuti tossici la nostra agricoltura e il nostro mare. Noi ci immaginiamo un Paese libero dalla guerra dei prezzi sul petrolio che punti all’uscita dalla dipendenza da combustibili fossili a favore delle cosiddette energie pulite e del risparmio energetico. La Green Economy significa sviluppo sostenibile che tradotto vuol dire anche recupero dei nostri prodotti artigianali e più antichi: penso a realtà virtuose come il mulino San Floro di Stefano Caccavari che ha recuperato antichi grani calabresi; oppure all’azienda BioCity Km 0 di Franceso La Camiola, due aziende giovani e nuove in un territorio dove la disoccupazione sta a livelli altissimi».
È candidato alle Camera e alla Regione nel collegio romano, un messaggio per convincere i suoi elettori vibonesi residenti a Roma?
«Per molti di loro io sono uno che appartiene alla loro stessa generazione, e come tante e tanti ho dovuto abbandonare la mia regione e immaginarmi un percorso fuori dove trovare occupazione era più realistico. Penso che tra quelli della generazione dei nati negli anni ’70, si percepisca il senso comune di una scommessa con il nostro futuro mancata, perché il debutto nel mondo del lavoro, per molti, è coinciso con l’inizio della crisi economica più nera e a molti talenti possibili di 40/45 anni questa congiuntura ha un po’ tarpato le ali. Penso che la politica debba assumersi questa responsabilità e riconsegnare ai giovani e ai non più “giovanissimi” una chance di riemersione sociale e lavorativa. E poi vorrei poter dare alla mia regione di origine, una politica che la valorizzi attraverso idee e progetti che l’abbiano a cuore. Mi auguro di poter rappresentare e sostenere le istanze del Mezzogiorno e della Green Economy».
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