L’INTERVENTO | Provincia di Vibo, «Ora serve un patto d’alleanza politica e sociale»
Il leader della Cisal Franco Cavallaro giudica positivamente il provvedimento “salva vita” del Governo e invita a «lasciare da parte le contrapposizioni politiche per il definitivo risanamento dell’Ente»
E se dessimo una forte spallata alla cultura del piagnisteo e pensassimo, tutti insieme, nessuno escluso, ad una strategia comune pronta a favorire il rilancio della politica del territorio della provincia di Vibo Valentia? E se decidessimo di mettere da parte e quindi superare ogni assurdo antagonismo di bottega mettendo insieme sinergie, voglia di cambiare, debellando egoismi di ogni sorta puntando ad una progetto di condivisione capace di costituire il presupposto ideale e fondante per guadagnarci e ottenere il massimo impegno e sostegno dal governo centrale?
E se ci sforzassimo a capire che ci troviamo forse di fronte all’ultima speranza per recuperare il ruolo della Provincia vibonese, riflettendo seriamente sui grandi sacrifici e le interminabili rinunce a cui sono assurdamente sottoposti da almeno tre anni chi ha avuto la forza di mantenere il fermento e ancora acceso il lumicino della speranza, mettendoci dentro, in primis, il grande cuore, la straordinaria forza di volontà, i sacrifici e le rinunce, la inimitabile volontà di crederci espressi, in tutto questo lungo tempo, soprattutto da parte dei dipendenti di Palazzo ex Enel?
Siamo disposti a prendere atto che alla Provincia di Vibo Valentia con l’approvazione della Legge di bilancio che ha determinato lo sblocco di importanti somme per gli Enti in stato di dissesto e pre-dissesto finanziario è stata offerta una seria e forse insperata opportunità per tentare di uscire dal tunnel della crisi e ripensare al superamento del default?
Allora convinciamoci che l’emendamento 843 della Legge di bilancio che assegna trenta milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni alla Provincia di Vibo Valentia e agli altri enti in dissesto, in realtà sembra aver tenuto nella debita considerazione la possibilità di rimodulare un sistema capace di propiziare il più pieno recupero della funzione dell’Ente di Palazzo ex Enel. Un difficile obiettivo verso il quale hanno puntato ogni ferma ed incessante attenzione sopratutto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, i prefetti che si sono succeduti e che oggi con Guido Longo assicurano una guida certa all’Ufficio territoriale di Governo.
In ogni caso sarebbe, comunque, un errore non darne atto anche a tutte le forze emergenti del territorio, e tra essi i sindacati, le istituzioni, le forze sociali ed emergenti e la stessa popolazione con quest’ultima che non ha mancato di fare rimanere inalterata la sua ferma e convinta solidarietà verso la vissuta disperazione dei dipendenti che hanno pagato un duro prezzo allo stato di abbandono in cui è stata relegata per tre anni, da parte dello Stato, la Provincia di Vibo Valentia.
Sono stati certamente la forza dello sconforto e della non rinuncia alle proprie legittime aspettative a mantenere alta la protesta di chi aveva ed ha oggi tutto il diritto a riguadagnare la sua giusta condizione professionale ed economica. E’, tuttavia, anche evidente che alla luce di quanto accaduto in questi ultimi frangenti non può essere dimenticata l’appassionata dedizione di chi ha voluto, senza attimi di sosta, che si potesse ancora sperare in un momento di recupero della stabilità organizzativa anche se obiettivamente un po’ lontana.
Ad incominciare dalla classe politica, che seppur talvolta accusata di scarsa determinazione e debole attenzione verso un Ente in palese crisi, non ha mai smesso di crederci, orientando la propria spinta su Roma e sulle forze politiche e sociali soprattutto dei calabresi presenti in ruoli chiave nella Capitale che non hanno mai smesso di ascoltare, incoraggiare, condividere e promuovere le quotidiane battaglie del presidente Andrea Niglia e di quanti lo hanno affiancato in questa lunga sfida verso la tenuta della odierna sopravvivenza. Ed in questa direzione, tra gli altri, non può essere sottaciuto l’impegno sostenuto in Parlamento e nei contatti col Governo da parte del deputato vibonese Bruno Censore attraverso interventi sempre più incisivi e determinanti come quello con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari regionali e alle autonomie, Gianclaudio Bressa.
Oggi, dunque, si apre un nuovo scenario sul quale abbiamo tutti il dovere di credere, senza lasciare il benché minimo spazio di tolleranza alle illazioni elettorali di circostanza proprio perché convinti che non può essere stata la vigilia della intervenuta campagna per le imminenti elezioni politiche a determinare il governo Gentiloni ad aiutare quella parte del Paese in sofferenza per i motivi che tutti conosciamo. Dobbiamo essere, infatti, convinti che oggi è importante saper cogliere il pensiero dei cittadini che attraverso il provvedimento del governo hanno capito che forse non tutto è ancora perso per rimettere in piedi un sistema che rappresenti per tutti un serio e storico momento d’orgoglio.
Per crederci c’è bisogno di allontanare dal nuovo scenario il vecchio e superato modo di fare politica, riunire insieme tutte le forze vive del territorio e proporre al governo centrale il sostegno ad un progetto che permetta ai cittadini vibonesi più penalizzati di riappropriarsi della più adeguata condizione di vita. Occorre indirizzarsi verso l’attuazione di un Patto di alleanza politica e sociale. Toccherà anche al sindacato spendersi nell’esercizio di un ruolo che, rispetto a ieri, aiuti ancor meglio l’Ente a svolgere le proprie funzioni guardando alla realizzazione più concreta ed al rispetto dei grandi temi che riguardano soprattutto lavoro, legalità, sicurezza sociale e ambiente.
*Segretario generale Cisal
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