Ap si sgretola e s’inchina a Forza Italia, Salerno e Grillo seguono Gentile
Sorride Mangialavori. L’ex consigliere regionale e già sindaco di Gerocarne esulta: «Non avrei mai potuto sostenere un progetto di centrosinistra». A Vibo città il presidente del Consiglio Stefano Luciano resta con il cerino in mano
Vederli tra tre mesi tutti insieme dalla stessa parte della barricata, sarebbe stato qualcosa di solo lontanamente immaginabile. A tirare la volata del deputato uscente del Partito democratico Bruno Censore, a seguito dell’accordo siglato a livello regionale dal partito di Renzi con Alternativa Popolare, ci sarebbero stati il suo storico avversario Nazzareno Salerno e l’ex consigliere regionale Alfonso Grillo, una vita di militanza nella destra (a cominciare dal Movimento Sociale Italiano).
E infatti questa “alchimia” è durata lo spazio di qualche giorno, il tempo necessario al sottosegretario Antonio Gentile per far saltare il tavolo e annunciare le sue dimissioni da coordinatore nazionale del soggetto politico centrista e il contestuale invito ai suoi elettori a votare Forza Italia. Nel Vibonese ciò porterà acqua al mulino del candidato in pectore per il centrodestra nel collegio uninominale Giuseppe Mangialavori, che alla luce dello sgretolamento di Ap, vede aumentare le proprie chance.
Alfonsino Grillo intanto tira un sospiro di sollievo. Passare da rampante alfiere della destra ad “ascaro” inquadrato nelle truppe di Censore non gli andava proprio a genio. Pertanto, quando ha appreso dell’inversione a “U” di Gentile, è saltato dalla sedia per la gioia.
Questo il primo commento a caldo: «La decisione di dimettersi da coordinatore nazionale di Ap e non candidarsi alle prossime elezioni politiche da parte di Antonio Gentile e le contestuali dimissioni del senatore Aiello da coordinatore regionale del partito, al di là di ogni opinione e percorso politico, sono atti di grande generosità per i quali è necessario dare pubblico riconoscimento».
E ancora: «Posto che il partito che avevamo contribuito a fondare, Ncd, nasceva con riferimenti valoriali di matrice liberale e cattolica, chiaramente di centrodestra, mai avrei potuto immaginare un futuro da alleato del Partito democratico. Sarebbe stato, come afferma Gentile, una “mutazione genetica innaturale” che i nostri elettori non avrebbero compreso. Merito dunque a Gentile e Aiello per aver fatto prevalere le ragioni della chiarezza a quelle personali aprendo scenari nuovi nel centrodestra e assicurando a chi come me ha una storia politica importante di esaltare la propria esperienza mantenendo la propria identità, e continuare ad essere alternativi alla sinistra per l’affermazione di quei valori per i quali ho combattuto mille battaglie. Pur avendo raggiunto risultati lusinghieri, segnando percentuali a doppia cifra di gran lunga superiore a quella che il partito a livello nazionale ha mai espresso, permettendo di eleggere rappresentati istituzionali in Consiglio provinciale in molti Comuni della provincia e in quello del capoluogo, una eventuale scelta diversa, avrebbe potuto creare smarrimento sul territorio. L’identità infatti è immutabile e non si improvvisa. Seguendo dunque l’invito degli amici Gentile e Aiello scegliamo di condividere questo nuovo percorso in una forza politica moderata e liberale di centrodestra quale Forza Italia. Il mio invito ora a tutti gli amici che mi hanno seguito in questi anni è di stare uniti, e di sostenermi anche in questa nuova esperienza nella consapevolezza che la Calabria ed il nostro territorio continueranno ad essere al centro della nostra azione politica. Io personalmente – è la conclusione – abbandono ogni ruolo politico legato alle recenti esperienze di partito e rimango al fianco di Gentile ed Aiello lungo il percorso che insieme decideremo di intraprendere».
Insomma, a sentire i diretti interessati si è trattato di un’operazione all’insegna della trasparenza e della coerenza. Ma se per Grillo e Salerno si tratta di un riposizionamento tattico, a Vibo Valentia a trovarsi in una posizione “scomoda” è il consigliere comunale Stefano Luciano. Questi ha rotto con Mangialavori pensando di fare da ago della bilancia per la rielezione di Censore. Adesso, con un partito (Alternativa popolare) allo sbando rischia di rimanere con il cerino in mano. Insomma, tanto “rumore” per nulla.
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