Mileto alle prese con il “dopo-Crupi” tra analisi e interrogativi
L’ex esponente d’opposizione Fortunato Giordano, da tempo dimissionario con il gruppo “La Locomotiva”, critica l’ex maggioranza ed auspica «l’inizio di un nuovo giorno»
Sono passate poche ore dalla caduta dell’Amministrazione guidata dal sindaco Domenico Antonio Crupi, e già a Mileto si respira clima da campagna elettorale. A dire la sua al riguardo, è l’ex componente del gruppo d’opposizione “La Locomotiva” Salvatore Fortunato Giordano, il quale da tempo aveva seguito l’esempio del capogruppo Rocco Condoleo, tirando i remi in barca e abbandonando con il resto del gruppo lo scranno di Palazzo dei normanni.
«Le dimissioni in blocco del sindaco e della maggioranza – afferma l’ex esponente di minoranza – costituiscono un’occasione propizia per salutarle con la speranza dell’inizio di un nuovo giorno. Il cammino dell’amministrazione è stato da subito irto di ostacoli, per la presenza in lista di alcuni candidati dichiarati poi “incandidabili”, che tra l’altro avevano determinato con i loro voti la vittoria della lista “Ripartiamo Insieme”. Il ministero non aveva dal canto suo voluto prendere atto della nostra tesi di nullità delle stesse elezioni. Si è andati avanti, quindi, a tentoni e l’azione amministrativa del sindaco non è certo stata improntata a efficacia ed efficienza amministrativa. Anzi – aggiunge – il legame che ha sempre unito i componenti della maggioranza è stata la strategia delle rotazioni a vista onde garantirsi un equilibrio che però, siccome fondato sul nulla, si è rivelato fragilissimo. Il risultato è stato la carenza di lungimiranza politica e di programmazione e il fallimento dell’azione politico amministrativa».
L’impietosa analisi dell’ex componente d’opposizione, prosegue puntualizzando «che l’organo esecutivo ha omesso ogni attività di programmazione, vigilanza e controllo sugli atti, lasciando l’azione amministrativa in mano agli uffici, i quali dal loro canto hanno dovuto espletare, sobbarcandosele, in un caso con favore, in altri malgrado, non solo funzioni esecutive ma di programmazione». Da qui, la netta impressione che «chi decideva le sorti del Comune non era il sindaco ma l’apparato burocratico tra l’altro abbandonato a se stesso, mentre la legge sulle autonomie locali traccia una netta distinzione di funzioni tra l’organo politico e l’organo esecutivo».
A questo punto, sotto la lente d’ingrandimento di Giordano entrano i risultati che in Consiglio Totò Crupi, prima di dimettersi, ha rivendicato. E anche questo caso, come ovvio la disamina non è per nulla in sintonia con quella dell’ex sindaco, né per quanto riguarda il Psc, «approvato nel maggio del 2014 dal commissario prefettizio, restituito a settembre 2014 dalla Regione Calabria con richiesta di integrazione entro 30 giorni e ancora fermo da tre anni e mezzo, che il Sindaco si ricorda solo in sede di ultimo consiglio comunale ove però non compare all’ordine del giorno», né sugli altri temi elencati.
«Di questa amministrazione – conclude mestamente l’ex consigliere di minoranza – resta l’impegno che qualcuno degli assessori ha tentato di dare, sia pure occasionalmente e fuori da un vero progetto politico e senza guida e ciò si è avvertito. Per il resto sicuramente una pagina da dimenticare, che ci si augura per il futuro non si ripeta più chiamando in tal senso a responsabilità i cittadini nel momento della loro prossima indicazione del voto, che dovrà essere consapevole e mirato a promuovere progetti di “risanamento” del territorio di Mileto contro ogni forma di protagonismo». Nella prossima settimana sarà nominato il commissario prefettizio chiamato a traghettare il Comune sino alle amministrative. Se ne riparlerà molto probabilmente a giugno. La campagna elettorale, quindi… si prospetta davvero lunga.
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