Interrogazione per il nome di Porto Santa Venere al posto di Vibo Marina
Il consigliere dei Cinquestelle Silvio Pisani si rivolge al sindaco, al presidente del consiglio comunale ed all’assessore competente
Il dibattito sul cambio di nome di Vibo Marina, con relativo ripristino dell’antica denominazione di Porto Santa Venere, continua. Dopo essere approdata in Commissione, dove pare si sia arenata , la questione viene ora riproposta, questa volta seguendo l’iter dell’interrogazione scritta, rivolta dal consigliere pentastellato Silvio Pisani al sindaco, al presidente del consiglio comunale e all’assessore competente, secondo quanto previsto in materia dal Regolamento comunale. Con la sua iniziativa, il consigliere intende rivolgersi al sindaco della città per chiedere di conoscere l’orientamento del capo dell’amministrazione in merito al ripristino del nome di Porto Santa Venere riguardante la frazione costiera.
Nel formulare l’interrogazione, Pisani mette in evidenza, riproponendoli all’attenzione dei predetti organi comunali, gli elementi già esposti nella documentazione posta a corredo della proposta presentata in Commissione dal consigliere di maggioranza Lorenzo Lombardo. L’argomento principale, che il consigliere considera dirimente, viene individuato nel fatto che nessuna delibera ufficiale è mai stata adottata in merito al cambio di nome da Porto Santa Venere a Vibo Marina, che in conseguenza di ciò è risultata l’unica frazione del Comune a cui è stato cancellato l’antico nome con conseguente perdita dell’identità storico-culturale. A rafforzare le ragioni addotte a sostegno della sua proposta, Pisani ricorda ancora che sono state, inoltre, ignorate le due delibere, entrambe votate all’unanimità, a favore del ripristino del nome: la prima delibera risale al 26 febbraio 2008 e fu adottata dal consiglio dell’allora IV Circoscrizione, mentre la seconda è la delibera n. 13 della IV Commissione consiliare di Vibo Valentia, datata 2 marzo 2010.
“Vedremo cosa risponderà in merito il capo dell’amministrazione comunale. Mi aspetto che la volontà sia quella di mettere in moto quanto necessario per dare corso a quanto stabilito dalle due delibere, anche per una questione di continuità amministrativa. Le delibere a favore del ripristino del nome furono adottate, entrambe all’unanimità, da organi liberamente eletti e quindi rappresentativi della volontà popolare. Ignorare la volontà popolare, come si è fatto finora, rappresenterebbe un grave vulnus per la democrazia. Di decisioni autoritarie e illegittime ne abbiamo già conosciuta una, ma bisogna constatare – conclude amaramente Pisani – che da allora nulla è cambiato”.
La riposta all’interrogazione, da parte del sindaco o del vice sindaco o dell’assessore competente per materia, secondo quanto previsto dall’art. 40/bis del Regolamento comunale, è prevista nella seduta del 9 novembre.