Lo Schiavo sfiduciato, sette consiglieri votano contro
Il giudizio sul suo operato espresso verbalmente nel corso di una lunga riunione presso la sede del Partito democratico. Il già candidato a sindaco lascia l'incarico di portavoce.
Tanto tuonò che piovve. Alla fine la sfiducia all’indirizzo del capogruppo di “Pd e indipendenti” in consiglio comunale, Antonio Lo Schiavo, è arrivata nel corso in una lunga riunione, convocata dal segretario cittadino Stefano Soriano, e conclusasi da pochi minuti in via Argentaria presso la sede del partito.
Sfiducia formulata solo verbalmente, nessun documento è stato presentato per mettere nero su bianco le motivazioni che, a quanto pare, atterrebbero ufficialmente alla gestione del ruolo di portavoce da parte di Lo Schiavo. Sullo sfondo rimangono però ben presenti le diatribe interne al partito e l’azione accentratrice messa in campo dalla corrente maggioritaria, che avrebbe fatto nuovi proseliti in città in vista del prossimo congresso provinciale. Appuntamento rispetto al quale la maggior colpa attribuita a Lo Schiavo è quella di non essersi allineato ai diktat d’area e quindi alla candidatura di Enzo Insardà, sponsorizzata dal deputato Bruno Censore e sostenuta, tra gli altri, dal suo plenipotenziario vibonese Vito Pitaro.
L’assemblea di oggi pomeriggio (presenti, oltre a Lo Schiavo e Soriano, Russo, Falduto, Contartese, Pilegi, Ursida, Cutrullà, Tomaino, Massaria e Fiorillo, assente Roschetti) si è dunque espressa nettamente a sfavore del capogruppo, con i “pitariani” Ursida, Tomaino e Massaria più Russo, Falduto e Contartese che, nelle loro dichiarazioni hanno bocciato il suo operato. Così come a sfavore di Lo Schiavo si è espressa anche la consigliera Fiorillo vicina al segretario Soriano, mentre Pilegi e Cutrullà hanno ribadito piena e incondizionata fiducia al portavoce dell’opposizione. Dunque 7 voti contro e 3 a favore.
Lo Schiavo si trova dunque a prendere atto di non godere più del sostegno della maggioranza dei consiglieri e a trarne le dovute conseguenze dichiarando fin da subito cessato il suo ruolo di capogruppo in seno all’assise comunale. Si preannuncia dunque una spaccatura con la possibile nascita di un nuovo gruppo d’opposizione.
s. m.