Consiglio comunale a Vibo e riprese Tv, quando la “trasparenza” è un optional
Con 13 voti contro 7 la maggioranza che sostiene l’amministrazione targata Elio Costa boccia la proposta del capogruppo del Pd di trasmettere le sedute del civico consesso
Bocciato dal Consiglio comunale – o meglio dalla maggioranza che sostiene l’amministrazione guidata dal sindaco Elio Costa – l’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pd, Giovanni Russo, per dare il “via libera” alle riprese televisive dei lavori del Consiglio. La tanto decantata “casa di vetro” sbandierata in campagna elettorale dagli attuali amministratori comunali e riferita al palazzo municipale ed ai suoi Consigli comunali continua a rimanere solo uno slogan vuoto. L’allargamento della platea di cittadini desiderosi di ascoltare in Tv quanto avviene all’interno del Consiglio comunale evidentemente non piace ai consiglieri di maggioranza che con 13 voti contrari hanno bocciato l’ordine del giorno del capogruppo del Pd, Giovanni Russo, la cui proposta ha invece ottenuto 7 voti favorevoli.
Un po’ di storia. Eppure le riprese dei lavori del Consiglio comunale di Vibo Valentia non sono affatto una novità per la città. Anzi, per decenni hanno rappresentato semplicemente la normalità. Sin dal lontano 1994 (amministrazione guidata dal sindaco Pino Iannello) per proseguire poi con l’amministrazione guidata da Alfredo D’Agostino sino a quella di Franco Sammarco. Solo con l’ultima amministrazione targata Nicola D’Agostino si è assistito al “black-out” delle riprese Tv dei lavori del Consiglio comunale. Un “oscuramento” che, a quanto pare, piace anche all’attuale maggioranza che sostiene l’amministrazione guidata dal sindaco Elio Costa, in perfetta linea di continuità – su tale fronte e su molti altri – alla precedente amministrazione dalla quale in campagna elettorale si erano prese pubblicamente le distanze (almeno a parole), salvo poi candidare molti degli stessi consiglieri comunali che avevano sostenuto sino alla fine della consiliatura il sindaco Nicola D’Agostino.
Conseguenze. Chi vorrà assistere ai lavori del Consiglio comunale dovrà così alzare il proprio fondoschiena dalla poltrona di casa e – condizioni climatiche favorevoli o meno – mettersi in auto, trovare un posto (forse anche per questo hanno trasformato piazza Martiri d’Ungheria in un parcheggio) e varcare direttamente la soglia del palazzo municipale per accomodarsi al primo piano dove si trova l’aula consiliare. Niente riprese Tv per le sedute del Consiglio, dunque. E neanche la predisposizione di un bando al quale qualcuno avrebbe potuto aderire, forse pure gratuitamente, per trasmettere i lavori del civico consesso.
Duro il giudizio del capogruppo del Pd, Giovanni Russo: “L’iniziativa nasceva principalmente con lo scopo di trasmettere in diretta le sedute del Consiglio comunale, al fine di favorire una maggiore informazione e partecipazione dei cittadini ai dibattiti dell’assemblea. Rimaniamo convinti che la trasparenza debba essere uno dei pilastri dell’amministrazione comunale. Diffondere e trasmettere ciò che avviene in Consiglio rappresenta un modo per rendere partecipi i cittadini alla vita pubblica e all’amministrazione della città. La ripresa – conclude Russo – avrebbe consentito a tutti i consiglieri di poter rispondere ai cittadini del proprio operato. Un modo, insomma, per conoscere l’attività amministrativa esercitata da ognuno dei consiglieri comunali”.
A votare a favore delle riprese Tv, insieme al Pd sono stati anche i consiglieri comunali Antonio Schiavello, Sabatino e Maria Rosaria La Grotta (che fanno riferimento al consigliere regionale Vincenzo Pasqua).
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