Sindacato: la Cisal festeggia i 60 anni di vita e attività
Il vibonese Franco Cavallaro, segretario generale dell’organizzazione, ripercorre le ragioni della nascita e i programmi per l’attualità
Celebra il sessantesimo anniversario il sindacato Cisal. Da lunedì 23 ottobre lo festeggerà a Rimini dove si celebrerà il Consiglio nazionale. “Parleremo di strategie del futuro: non a caso – spiega il segretario generale Francesco Cavallaro – nel festeggiare i nostri 60 anni e ricordare il passato, ci proiettiamo sempre più velocemente nel futuro. Parleremo della riforma Fornero – aggiunge Cavallaro – che sta creando squilibri di non poco conto e, ancora, dei giovani il cui tasso di disoccupazione è altissimo, di una vera riforma del pubblico impiego, di una vera riforma del fisco perché, senza una vera riforma del fisco, tutte le altre riforme si concretizzano poco”.
“La ragione che ha portato alla nascita della Cisal 60 anni fa, e che tuttora ne giustifica la presenza, è legata – sottolinea Cavallaro – all’esigenza di sostenere l’unità del mondo del lavoro a prescindere dalle scelte politiche del singolo lavoratore. Dopo gli anni cruciali del dopoguerra, infatti, il modello di sindacato rappresentato dalla Cgil era unitario. Ma nel 1948, per motivi politico-ideologici, ci fu la prima scissione che portò alla nascita della Cisl, di ispirazione cattolica vicina alla Dc, e successivamente della Uil come espressione dei partiti laici socialdemocratici e repubblicani”.
“La ragione che ha portato alla nascita della Cisal 60 anni fa, e che tuttora ne giustifica la presenza, è legata – sottolinea Cavallaro – all’esigenza di sostenere l’unità del mondo del lavoro a prescindere dalle scelte politiche del singolo lavoratore. Dopo gli anni cruciali del dopoguerra, infatti, il modello di sindacato rappresentato dalla Cgil era unitario. Ma nel 1948, per motivi politico-ideologici, ci fu la prima scissione che portò alla nascita della Cisl, di ispirazione cattolica vicina alla Dc, e successivamente della Uil come espressione dei partiti laici socialdemocratici e repubblicani”.
“A quel punto -ricorda- si è chiesto ai lavoratori di scegliere i propri rappresentanti in ragione delle rispettive inclinazioni politiche. Ebbene, i lavoratori che ritennero corretto separare il proprio orientamento politico dall’ambito lavorativo diedero vita a libere associazioni che si sarebbero presto trasformate in sindacati autonomi, poi in federazioni secondo le categorie di appartenenza. Federazioni autonome che per esigenze organizzative si strutturarono nella prima confederazione autonoma come la Cisal”.
La Cisal ha recentemente ottenuto un’importante conferma del suo impegno e della crescita, con l’inserimento nel novero delle confederazioni rappresentative presenti nel Cnel”. Sulla legge sulla rappresentanza, Franco Cavallaro spiega quindi che “vale la pena ricordare che nel pubblico impiego la legge c’è già: chi non supera il 5% in termini di voti e iscritti non accede al tavolo delle trattative. Per il settore privato, la cosa è più complicata, ma non è con la legge che si risolve il problema”.