«Psc e visione della città, dalle scelte di oggi dipende il futuro di Vibo»
Il leader dei Progressisti vibonesi, Antonio Lo Schiavo, richiama gli amministratori comunali ad un’attenta valutazione della pratica in via di approvazione definitiva: «Si punti al recupero dell’esistente per rilanciare il settore edilizio»
di Antonio Lo Schiavo*
Nei prossimi giorni il consiglio comunale di Vibo dovrà occuparsi dell’approvazione definitiva del Piano strutturale comunale il cui iter amministrativo dura ormai da decenni e ha visto il susseguirsi di numerose amministrazioni. L’assenza di un valido strumento di pianificazione urbanistica ha inciso negativamente nell’espansione edilizia della città. Vibo Valentia è cresciuta negli ultimi decenni senza alcuna visione di insieme e molti interventi di trasformazione del territorio hanno fatto perdere la sua identità storica e culturale. Se si vuole progettare il futuro della città l’approvazione dello strumento regolatore non può essere quindi più rinviata. Negli anni scorsi vi era stato il tentativo del mondo delle professioni, delle associazioni di categorie, del mondo delle imprese, di intervenire nel dibattito, ma come spesso accade a queste latitudini la politica è rimasta sorda e immobile di fronte alle istanze che provenivano dalla società civile. Oggi l’approvazione finale del Psc ritorna nuovamente in aula, ma questo avviene, escluse poche voci, senza un vero dibattito, nonostante il tema richiederebbe ben altra attenzione da parte della società vibonese. [Continua]
Lo strumento urbanistico e la pianificazione del territorio costituiscono infatti gli atti più importanti di ogni Amministrazione. Negli anni scorsi, durante la mia presenza in Consiglio, ho avuto modo di approfondire la questione e di esprimere la mia posizione. Il rischio che avevo sollevato all’Amministrazione Costa e che continuo a vedere tutt’oggi, è che questo Piano strutturale comunale possa nascere già vecchio per le esigenze della città, essendo stato concepito in un momento diverso da quello odierno. La città di Vibo, contrariamente a quanto si sperava, non ha avuto negli anni una progressiva crescita demografica ma ha registrato inevitabilmente una diminuzione nelle richieste di nuove abitazioni. Ci sono lottizzazioni approvate, ma pochi costruttori disponibili a iniziare nuove edificazioni.
In queste condizioni non serve un Piano strutturale che incentivi consumo di suolo, ma che punti sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, dei quartieri periferici, dei siti industriali dismessi. Con le nuove norme che prevedono importanti incentivi fiscali per le ristrutturazioni degli immobili si può pensare ad un piano straordinario di recupero dell’esistente, partendo dai centri storici. Per ridare ossigeno al settore edilizio serve abbassare il costo degli oneri di urbanizzazione e di costruzione, rendere più rapidi ed efficienti le pratiche per ottenerne i titoli abilitativi, rafforzare e modernizzare il settore urbanistico del Comune, superare i vincoli legati al dissesto idrogeologico che di fatto impediscono in vaste aree della città ogni tipo di ristrutturazione e di costruzione.
Bisogna in sintesi avere una visione moderna alla città, adeguata ai tempi, con regole rigide e sanzioni dure per i casi di abbandono del patrimonio edilizio e di recupero dell’aree degradate. Serve ridisegnare il volto di Vibo Marina e delle frazioni che pagano oggi le conseguenze di un’idea industriale non più attuale, con i segni evidenti di devastazione lasciati sul territorio. Spero si apra un dibattito vero su questi temi, senza pregiudizi, che non può essere lasciato alla preoccupazione di singole voci. Spero si abbia la consapevolezza che dalla qualità degli interventi della classe politica vibonese e dalle conseguenti proposte dipenderà il futuro della città.
*Progressisti per Vibo