domenica,Dicembre 22 2024

Rifiuti, debito milionario: il Comune di Vibo porta la Regione in Tribunale

L’ente apre il contenzioso: contestata l’applicazione retroattiva delle tariffe per i conferimenti. L’ombra del secondo dissesto finanziario in caso di soccombenza

Rifiuti, debito milionario: il Comune di Vibo porta la Regione in Tribunale
Palazzo Luigi Razza, sede del Comune di Vibo Valentia

Sarà un giudice a decidere se il Comune di Vibo Valentia dovrà pagare o meno oltre un milione di euro di conguaglio alla Regione Calabria per il conferimento dei rifiuti per le annualità 2016 e 2017. L’ente ha infatti deciso di portare in tribunale l’amministrazione regionale. L’altro ieri è stato affidato l’incarico all’avvocato del Comune Mariastella Paolì affinché proceda con un ricorso (se è il caso, da presentare anche in via straordinaria al presidente della Repubblica) contro il conto salato di un milione e 128mila euro recapitato a Palazzo Luigi Razza l’anno scorso.

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Nei mesi scorsi, sia l’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo che il dirigente Domenico Scuglia avevano fatto intendere chiaramente quale sarebbe stato l’orientamento. Lo avevano fatto con una lettera inviata alla Regione in cui si contestavano, carte alla mano, le asserite violazioni cui si stava andando incontro nel chiedere un pagamento “fuori tempo massimo”.

La strada del contenzioso, in verità, non sembra quella più battuta dagli altri Comuni della Calabria che si ritrovano col medesimo problema. Ma Vibo è messo peggio di altri, per il semplice fatto che questa cifra contribuirebbe ad ingrossare ulteriormente la massa debitoria, tramutandosi in un debito fuori bilancio da spalmare nei successivi tre esercizi. Il che significa che il Comune, che già non ha soldi per piangere, dovrebbe trovarne di altri per saldare l’arretrato sulla spazzatura. Il che significa, per essere più espliciti, che il secondo dissesto finanziario è lì ad un soffio.

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Se il Comune dovesse vincere il ricorso aprirebbe certamente la strada ad analoghi pronunciamenti, con conseguenze pesanti per la Regione che ha chiesto diverse decine di milioni di euro in giro per la Calabria per la stessa motivazione. Il casus belli origina dalla modifica delle tariffe di conferimento (quelle che i Comuni pagano alla Regione per portare i rifiuti in discarica) con effetto retroattivo. Prassi consentita dalla legge ma solo – è la contestazione del Comune – se la richiesta perviene entro l’anno successivo, in maniera tale da poterlo inserire nel relativo Piano economico-finanziario, quantificando in maniera corretta le tariffe Tari da applicare ai cittadini a totale copertura dei costi. In questo caso, il termine ultimo era l’approvazione del bilancio 2018. Mentre la comunicazione della Regione è del febbraio 2020. Al tribunale l’ultima parola.

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