Psc, l’assessore replica: «Nessuna chiusura per la spiaggia di Vibo Marina»
Scalamogna nega l’ipotesi prospettata dall’imprenditore Cascasi: «Lo studio sulla Meridionale petroli e la curva di danno è positivo, attendiamo solo il parere dei Vigili del fuoco»
All’inquietante ipotesi prospettata dall’imprenditore Francesco Cascasi replica l’assessore all’Urbanistica Pasquale Scalamogna. E la smentisce. Oggetto del contendere: l’approvazione del Piano strutturale comunale di Vibo Valentia, nello specifico l’articolo 27 comma 7 del Regolamento urbanistico, che a detta dell’imprenditore prevederebbe la chiusura totale dell’area di via Vespucci ad ogni tipo di attività. In buona sostanza, secondo Cascasi, tutta la zona del lungomare, la spiaggia, verrebbe sbarrata all’ingresso per i cittadini, con i danni conseguenti sul piano turistico e commerciale.
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Secondo l’assessore, invece, le cose non stanno affatto così. E questo perché l’amministrazione Limardo avrebbe affrontato il problema per tempo, riuscendo a far rimuovere il vincolo su quell’area. Vincolo che per altro non era stato introdotto direttamente dal Comune con il Regolamento allegato al Psc, ma che era presente nel Piano di emergenza della Prefettura, del quale l’ente, chiaramente, non poteva non tenerne conto.
Ecco la risposta di Scalamogna, che preliminarmente manifesta «il più assoluto dissenso da quanto asserito» da Cascasi, e poi si dice lieto che «finalmente, il 3 luglio, il Psc verrà portato in consiglio comunale per la sua definitiva approvazione».
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«La verità – afferma il titolare dell’Urbanistica – è che questa amministrazione sta affrontando tutte le problematiche che al momento frenano, anzi bloccano completamente, lo sviluppo della frazione costiera di Vibo Valentia, turistico-recettive e non solo». Rimanendo alla questione della «via Vespucci e delle problematiche legate alla Meridionale petroli», Scalamogna ricorda che «i Piani di emergenza esterna dei depositi costieri, Eni e Meridionale petroli attualmente in vigore, sono quelli approvati dalla Prefettura con decreti del febbraio 2018, riportanti delle curve di danno molto estese». E spiega: «A seguito di studi imposti dal Comune si è arrivati a sancire, per come da parere rilasciato dal Ctr dei Vigili del fuoco in data 18.06.2019, che, mentre l’Eni era riuscita a contenere le curve di danno all’interno dello stabilimento, lo stesso non succedeva per la Meridionale petroli, per cui è stato prescritto che il territorio circostante a tale stabilimento non ha il requisito della compatibilità per attività configurabili ad elevato affollamento e/o ricettività, per come, obbligatoriamente e giustamente, riportato nel richiamato articolo 27 del regolamento».
Secondo l’assessore dell’esecutivo Limardo, quindi, «l’amministrazione ha fin da subito affrontato la delicata questione con organizzazione di tavoli tecnici, richieste di esecuzioni di lavori e periodici studi, che a distanza di circa un anno hanno portato alla redazione di un studio da cui risulta che le curve di danno rimangono, finalmente, contenute all’interne dello stabilimento della Meridionale petroli».
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A questo punto non resta che attendere «il parere del Ctr dei Vigili del fuoco, cui tale studio è stato trasmesso da tempo. Se il parere del Ctr, per come auspicabile, sarà favorevole, dietro il positivo aggiornamento dei Piani di emergenza esterna da parte della Prefettura, verranno a cadere anche le limitazioni attualmente previste dall’articolo 27 del regolamento. Nessuna chiusura alla fruizione della spiaggia è stata, quindi, avvallata da questa amministrazione, che, viceversa, per come già detto, ha lavorato e sta lavorando – conclude Pasquale Scalamogna – per l’eliminazione, a norma di legge, di tutti i vincoli che gravano sul territorio, impedendone lo sviluppo e l’uso consono».