Vibo, i consiglieri spingono per riaprire i lavori delle commissioni
Dibattito acceso tra i rappresentanti dell’assise di Palazzo Luigi Razza. Da decidere se farle in presenza o via web. Ma stavolta sarebbe opportuno rinunciare ai gettoni di presenza
Due scuole di pensiero ma un solo risultato possibile. Sono giorni di grandi discussioni (su Whatsapp) per i consiglieri comunali di Vibo Valentia. Perché nell’ultima settimana è cresciuto il coro di coloro che sostengono necessario riavviare i lavori delle commissioni consiliari, tanto che sarebbe già pervenuta al presidente del consiglio Rino Putrino una richiesta di convocazione della conferenza dei capigruppo da tenersi all’inizio della prossima settimana. Una discussione accesa, non tanto tra favorevoli e contrari, quanto sulle modalità di realizzazione e soprattutto sui contenuti da proporre. Palesemente contrari a riprendere i lavori non ve ne sarebbero, da quanto è stato possibile apprendere. Si registra più che altro l’atteggiamento attendista di coloro che osservano – in maniera bipartisan – chi si espone in prima persona per dire che bisogna ripartire.
Il ragionamento di massima è: «La città sta morendo, noi non possiamo stare a guardare». Che la politica debba darsi una svegliata, ad ogni livello, è cosa fuori discussione. Ma quanto possano incidere i deliberati di una commissione consiliare – quando già quelli di un Consiglio, spesso, restano lettera morta – non è ben chiaro. Specie in un Paese in cui si era fermato addirittura il parlamento, che le leggi le emana.
Ad ogni modo il lavoro delle commissioni potrebbe essere propedeutico ad affrontare una discussione in un eventuale consiglio comunale straordinario, come già ventilato da qualche schieramento politico. Ma resta in piedi il nodo delle modalità. C’è chi propone di fare le commissioni via web, c’è chi sostiene l’esigenza di farle di presenza; evenienza, quest’ultima, che metterebbe in difficoltà ancora di più un ente con il personale a ranghi ridottissimi, anzi di più. Ieri in servizio in municipio vi erano appena 18 persone, sulle circa 170 totali.
Il nodo politico resta quello delle proposte da avanzare per fronteggiare la crisi economica, che col passare dei giorni sta consumando quel poco di tessuto produttivo che era rimasto. Basti pensare a tutto il comparto della ristorazione fermo al palo, alle attività artigiane, all’abbigliamento. Perché l’argomento sollevato dal sindaco sul blocco dei tributi che “ammazzerebbe” definitivamente il Comune di Vibo Valentia è una discussione aperta all’interno dell’assise cittadina.
Se proprio le commissioni devono riprendere, una proposta potrebbe essere quella di snellirle nel numero e nei componenti, attivare videoconferenze e soprattutto – in segno di rispetto e come aiuto concreto verso le fasce deboli che tanto si vogliono tutelare – rinunciare al gettone di presenza. Il costo per il solo mese di febbraio, sui gettoni, è di quasi 24mila euro, come si apprende da una determina firmata appena l’altro ieri dal dirigente comunale. Di questi, 357 euro da parte di Luisa Santoro e 455 euro da parte di Elisa Fatelli sono stati devoluti al Comune per fini sociali, mentre 65 li hanno destinati i consiglieri Giuseppe Policaro e Laura Pugliese per acquisto di igienizzanti per il municipio. Se le commissioni riprenderanno, che i “famigerati” gettoni vadano altrove… Almeno per ora. Almeno in questa fase.