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Vibo, l’assessore Nardo: «C’è il rischio del secondo dissesto»

La titolare del Bilancio lo annuncia in consiglio: «Potremmo non essere in condizione di approvare il bilancio di previsione 2020»

Vibo, l’assessore Nardo: «C’è il rischio del secondo dissesto»

Lo sguardo e il tono anticipano le parole. Maria Teresa Nardo arriva in consiglio comunale a Vibo Valentia per discutere il punto più atteso. Il suo lungo intervento non fa presagire nulla di buono per le casse del Comune, che più in generale significa per la quotidianità dei vibonesi, delle loro attese e speranze, ed anche del loro portafogli. L’assessore al Bilancio lo dice alla fine, rispondendo all’interrogazione del consigliere Giuseppe Policaro: «Ci sono elementi sopravvenuti che potrebbero mettere a rischio l’approvazione del bilancio di previsione 2020». La non approvazione del bilancio, ovvero la certificazione di non essere in grado di garantire i servizi essenziali di una comunità, significa solo una cosa: secondo dissesto finanziario in sette anni.

L’epilogo giunge al termine di una sorta di lezione di contabilità che la Nardo ha offerto ai consiglieri (per giunta pochissimi, complimentoni) e a chi ascoltava. Il discorso è iniziato da lontano, da quel Piano di riequilibrio approvato ad agosto ma ancora in fase istruttoria, dato che «nessun esito è giunto dagli organi di controllo, ministero e Corte dei conti, se non una richiesta di integrazione risalente a qualche mese fa». Ma è nell’esporre la redazione di quel Piano agostano che la Nardo è sembrata mettere le mani avanti: «Le linee guida ministeriali, che comunque non sono leggi, suggeriscono di prevedere un rientro dal debito in maniera costante dal primo all’ultimo anno. Noi invece abbiamo deciso di impostare il Piano prevedendo un rientro graduale, consci delle difficoltà di riscossione: anziché adottare una terapia d’urto, non sostenibile alla prova dei fatti, abbiamo scritto che saremmo rientrati un po’ alla volta, aumentando la quota di anno in anno. Sappiamo già che questo elemento è di per sé un fattore che depone a sfavore dell’approvazione, ma ci è sembrata la cosa più giusta da fare davanti alla situazione finanziaria che ci trovavamo».

Quanto ai debiti con la Regione, che ha chiesto il pagamento di 1,2 milioni di euro per il conguaglio delle annualità 2016/2017 sui rifiuti, secondo l’assessore andrebbero contabilizzati come debiti fuori bilancio da saldare in tre anni: «E dove li troviamo 400mila euro all’anno, a partire da ora?». Boh. Per la titolare del Bilancio, comunque, sullo specifico argomento ci sono i margini per aprire un contenzioso con la Regione, che «non può decidere di variare le sue tariffe di punto in bianco e chiedere il pagamento degli arretrati stabiliti solo successivamente». E proprio su quella delibera della Regione non sono mancati riferimenti a procedure poco chiare…

Si è poi arrivati alla questione bilancio di previsione, il cui termine ultimo per l’approvazione, 30 aprile, coinciderà con quello del consuntivo. «Stiamo lavorando sui due documenti contemporaneamente». Non senza qualche paradosso, come quello riguardante il Fondo crediti dubbia esigibilità, arrivato a sette milioni di euro in virtù di numerosi accertamenti sui tributi da pagare da parte dell’utenza. Il paradosso è che più accertamenti vengono spediti, e quindi teoricamente più si amplia la platea di crediti che dovrebbe incassare l’ente, più aumenta il rischio che molto di questo credito non venga incassato. Perché una volta scoperti gli “evasori” quelle somme vanno inserite in bilancio ma se poi non si traducono in un incasso, vanno a finire nei residui attivi. E chissà se e quando diventeranno liquidità.

Un altro capitolo è aperto con l’Organismo straordinario di liquidazione, attivo ormai da sette anni a Palazzo Luigi Razza con il compito di regolare i conti ante-dissesto con i creditori. La preoccupazione dell’amministrazione comunale è comprendere che tipo di contenzioso le resterà in capo una volta che l’Osl farà i bagagli (probabilmente a marzo). «Il rischio del contenzioso è dato da quei creditori che non hanno accettato le transazioni con l’ente, o da coloro che si sono visti rifiutare il riconoscimento stesso del credito». Tutta gente – imprese, ditte, aziende varie – che potrebbe fare causa all’ente. Tutte somme che ingrosserebbero ancora di più un bilancio che sta per scoppiare. Comunque l’Osl ha anche accertato circa 20 milioni che l’ente dovrebbe incassare, sempre riferiti al pre-dissesto. Si vedrà.

La Nardo ha chiuso con alcune considerazioni che fanno ben intendere quale sia l’impressione degli amministratori, ovvero che ripiombare nel baratro appare solo una questione di tempo: «Se si dovesse arrivare ad un altro dissesto, mi sentirei amareggiata non da amministratore ma da cittadino. Perché questo significherebbe intaccare la fiducia della gente che, sino ad oggi, aveva comunque risposto bene alle nostre sollecitazioni, che si sono tramutate in incrementi importanti sul fronte della riscossione, con il coattivo passato dal 5 al 20%; l’idrico intorno al 60% e i rifiuti poco meno del 50%. Il rischio concreto purtroppo c’è, perché i tempi del legislatore e la congiuntura in atto non ci permettono di dispiegare la nostra azione a pieno. Abbiamo poco personale, quello buono che c’è a volte è costretto a stare lì a fare fotocopie. La serie di azioni positive che abbiamo innescato non si traducono in incassi immediati. Il tempo non ci dà quella marcia in più che ci serviva…». Il tempo, mai come in questo caso, è denaro.

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