Vibo, la burocrazia blocca anche le attività sportive dei ragazzi
Due impianti sportivi su cui si poggiavano alcune scuole calcio della città sono sbarrati da novembre e rischiano di cadere a pezzi per la lentezza della burocrazia
«Non possiamo continuare a fare le trottole in giro per il comprensorio vibonese. I nostri ragazzi hanno il diritto di giocare e allenarsi nella loro città». È la rabbia di alcuni genitori di bambini e ragazzi che frequentano le scuole calcio della città. E che da mesi devono fare il viatico nei campi della provincia. C’è chi va in “trasferta” a Cessaniti, chi a San Gregorio d’Ippona. Perché gli impianti sportivi, a Vibo Valentia, ci sono, ma da troppo tempo sono fermi. Bloccati. La burocrazia che deve fare il suo corso, a Vibo sa essere anche più farraginosa del solito. Ed a rimetterci sono prima di tutto gli utenti, in questo caso decine di ragazzi che frequentano alcune scuole calcio della città e che, da qualche tempo, non possono fruire dei campi di calcetto dei quartieri Sacra famiglia e Sant’Aloe.
Da novembre infatti le due strutture sono state chiuse. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto procedere nel più breve tempo possibile ad un bando per l’affidamento e la gestione dei campetti, che permettono non soltanto lo svago di chi paga la quota per dare un calcio ad un pallone, ma anche alle società sportive di appoggiarsi per far disputare gli allenamenti ai loro iscritti, in particolare delle scuole calcio. Tra l’altro, oltre ad uno stop sul piano delle attività sportive e quindi sociali – fondamentali in un territorio depresso come Vibo Valentia – c’è da fare i conti con il progressivo deterioramento degli impianti, dall’illuminazione al manto erboso, per via della mancata manutenzione.
In questi giorni l’amministrazione comunale ha proceduto ad affidare il bocciodromo di viale della Pace e il campo sportivo di Piscopio. Questa mattina in municipio è stato possibile apprendere come siano in via di definizione anche i bandi per questi due campetti, ma sui tempi non v’è certezza. La grave carenza di personale si abbatte anche sull’espletamento di questi servizi, dato che il carico di lavoro ricade prevalentemente su una sola unità. Ed a pagarne le spese sono sempre i cittadini.