Regionali, Rombolà: «Con Carlo Tansi contro la mafiocrazia» – Video
INTERVISTA | Il candidato vibonese nelle liste dell’ex capo della Protezione civile chiede il voto ai cittadini all’insegna della «discontinuità con un sistema che ha distrutto la Calabria»
Già candidato sindaco di Limbadi nel lontano 1998 e aspirante consigliere provinciale nell’anno seguente, Nicola Rombolà tenta l’ardua scalata alla Regione Calabria. Lo fa al fianco di Carlo Tansi, l’ex capo della Protezione civile oggi alla testa di tre liste e di un movimento civico nato sulla scorta della sua esperienza alla Cittadella regionale. Di professione insegnante, esponente di vecchia data dell’associazione Italia nostra, Rombolà parte dal suo obiettivo. Che non è un mero traguardo personale ma qualcosa di più alto.
A cosa punta?
«A dare a questa terra una prospettiva completamente nuova rispetto alla storia che ha contrassegnato la nostra regione. Una storia di inquinamento, malgoverno, rassegnazione. Serve che i calabresi abbiano consapevolezza che il destino potrà tornare nelle loro mani, a cominciare dal voto di domenica con cui potranno scegliere loro e non lasciare ad altri la decisione sul percorso da intraprendere».
Carlo Tansi col suo camper ha attraversato tutto il Vibonese negli ultimi due giorni. Cosa vi chiedono i cittadini?
«Intanto comprendono che la nostra è l’unica lista che parte dal basso e dalla Calabria, mentre tutte le altre sono state decise altrove. Quando ai cittadini, beh, c’è una Calabria che sogna di avere un destino diverso rispetto a un sistema mafiocratico che per decenni ha ridotto la regione alla decadenza in tutti i settori. L’emigrazione sanitaria è drammatica, il lavoro non c’è. C’è invece un intreccio perverso tra pezzi di istituzioni che tradiscono il mandato costituzionale, e che hanno tradito il bene di questa terra. Noi ci proponiamo agli elettori per cercare di mettere al centro la vera politica, che opera per il bene collettivo. Vogliamo dare una speranza ad una Calabria onesta che è stanca di tutto questo».
Spesso si imputa ai tecnici come Tansi di non avere contezza dei problemi della gente, di essere lontani dalla quotidianità delle persone.
«Per Carlo non è assolutamente così. Abbiamo davanti una persona che affianca alla sua competenza un grande amore, una passione e una sensibilità che gli permettono di dare risposte a tutte le domande, su questioni tecniche e politiche. La nostra è un’esperienza completamente nuova nel fare politica, ma anche nell’affrontare i problemi della gente che a volte è inconsapevole. Ha avuto un’esperienza importante nella Protezione civile e ha dato esempio di ciò che sa fare, e di come trasformare il male in bene. Ma è un lavoro che si può completare sulla lunga distanza, per questo serve la capacità di visione».
Quali sono i temi principali cui intendete dare risposta?
«Pensiamo a un aspetto da molti sottovalutato. La disabilità. Ci sono persone che vivono questo dramma e non sanno a chi rivolgersi, sono abbandonate. Questo è il segno di un governo che non ha mai badato al bene collettivo, pensando invece a curare gli interessi di cerchie ristrette. È un sistema mafiocratico e intercambiabile, con un trasformismo capace di spostare pacchetti di voti a seconda delle convenienze. Vogliamo ancora perpetrare questo sistema? Noi no. Carlo Tansi non è solo, è un insieme di persone che vogliono dare un destino nuovo ai propri figli».
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