Regionali, Pasqua e De Nisi messi alla porta da Fratelli d’Italia?
Il partito di Giorgia Meloni avrebbe posto un freno alla candidatura dei due esponenti politici vibonesi oltre che del consigliere uscente Scalzo. Le possibili motivazioni e le “contromisure”
di Pietro Bellantoni
Hanno lasciato il centrosinistra convinti di aver trovato un nuovo eldorado, ma adesso rischiano di tornare a casa a mani vuote e di fare la figura dei cercatori d’oro alle prime armi. Per Antonio Scalzo, Vincenzo Pasqua e Francesco De Nisi sono giorni carichi di apprensione e incertezze, perché i vertici di quello che consideravano ormai il loro partito, Fratelli d’Italia, avrebbero già comunicato l’intenzione di non candidarli al consiglio regionale. Tutti e tre, secondo i piani iniziali, si sarebbero dovuti accomodare nella lista che Fdi presenterà nella circoscrizione Centro (Catanzaro-Vibo-Crotone). E invece adesso pare che per loro non ci sia più spazio. Nel partito di Giorgia Meloni sono insomma partite le epurazioni nei confronti di tutti quei soggetti ritenuti non troppo in linea con l’ortodossia fratellista. Il passato dei tre politici è infatti quanto di più lontano ci sia dalla destra sovranista a cui l’ex ministro vuole dare nuovo slancio, in Italia e nel Mezzogiorno.
Scalzo è stato, fino allo scorso anno, uno dei più alti dirigenti del Pd calabrese, sotto le cui insegne è stato più volte consigliere regionale e anche presidente del Consiglio, prima delle dimissioni seguite allo scoppio di Rimborsopoli, in cui è rimasto coinvolto. Pasqua è stato invece eletto in questa consiliatura nella lista “Oliverio presidente”, per poi passare, dopo un lungo dissidio con il governatore, tra le fila del centrodestra. Quanto a De Nisi, ha portato sullo scranno più alto della Provincia di Vibo il simbolo del Pd, con cui ha rotto dopo una lunga battaglia con l’ala vibonese rappresentata dall’ex deputato Brunello Censore.
Tutti e tre vantano dunque un passato politicamente caratterizzato, eppure questa coloritura non aveva impedito loro di avvicinarsi al partito di Meloni, nel caso di Scalzo e Pasqua tramite un precedente transito in Direzione Italia di Raffaele Fitto. Negli ultimi tempi, evidentemente, qualcosa deve essersi rotto. In ambienti fdi viene mantenuto il più stretto riserbo, anche se non mancano le ipotesi che potrebbero giustificare la mancata candidatura di tre politici che hanno dimostrato di portare in dote migliaia e migliaia di voti.
Lo spartiacque della storia di Fdi in Calabria sarebbe l’arresto per associazione mafiosa dell’ex coordinatore reggino Alessandro Nicolò, che aveva un lungo passato in Forza Italia e che era stato anche individuato da Meloni come uno dei possibili candidati a sindaco nella città dello Stretto. «Da quel momento in poi, Giorgia ha deciso di andarci con i piedi di piombo e di affidarsi solo ai militanti della prima ora». Secondo altre fonti, invece, a incidere sulla possibile “cacciata” di Scalzo, Pasqua e De Nisi potrebbe essere stato proprio il loro peso elettorale.
Il timore dei vertici è infatti di svegliarsi il 27 gennaio e trovare tre «transfughi», come vengono definiti in ambienti meloniani, ai primi posti della lista, magari a scapito di altri tesserati elettoralmente più deboli ma ritenuti «più affidabili». La decisione di escludere Scalzo, Pasqua e De Nisi non è ancora definitiva, ma ormai mancano poche ore all’ufficializzazione delle liste e per gli ex del centrosinistra sembrano esserci pochi margini per un rientro. Infatti tutti e tre sono da giorni al lavoro per cercare una nuova casa politica. La destinazione principale è la lista del presidente, dove potrebbe trovare spazio anche un altro ex “oliveriano” convertito al centrodestra, Franco Sergio. Non è però escluso che i due consiglieri regionali e l’ex presidente della Provincia di Vibo provino una sortita anche dalle parti del centrosinistra. Un’operazione molto difficile, considerati i loro trascorsi e la grande esposizione di questi mesi a favore del centrodestra. Le liste di Fdi, in ogni caso, sarebbero quasi pronte in tutte le circoscrizioni.
A Cosenza è confermatissimo Luca Morrone, consigliere comunale e figlio di Ennio, presidente della commissione di Vigilanza di Palazzo Campanella. A Reggio la squadra sarà invece capeggiata dal consigliere uscente Peppe Neri, il quale – malgrado nel 2014 sia stato eletto con il centrosinistra – dopo il suo passaggio nei “Moderati per la Calabria” è riuscito a costruire un solido rapporto con lo stato maggiore meloniano e, in particolare, con il membro dell’esecutivo nazionale Denis Nesci. Nella lista reggina troverà spazio anche il vicepresidente del Parco nazionale dell’Aspromonte, Domenico Creazzo, rimasto al vertice dell’ente dopo la conclusione del mandato di Giuseppe Bombino anche grazie alla “distrazione” del governatore Oliverio, che non ha mai sollecitato al ministero dell’Ambiente la nomina del nuovo presidente, forse perché sperava che il sindaco di Sant’Eufemia si candidasse infine in una delle sue liste. Creazzo, tra l’altro, può contare sull’appoggio elettorale dell’ex senatore del centrodestra Giovanni Bilardi.
Dovrebbero inoltre trovare una casella libera il vicesindaco di Locri, Raffaele Sainato, il primo cittadino di Varapodio, Orlando Fazzolari, l’ex sindaco di Cinquefrondi Marco Cascarano e la già consigliera provinciale Alessandra Polimeno. A forte rischio, invece, Lucia Caccamo, moglie dell’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi. Al suo posto dovrebbe entrare Demetrio Marino. Che non è uno qualunque, bensì un consigliere metropolitano a cui il sindaco del Pd, Giuseppe Falcomatà, ha assegnato le deleghe a Istruzione e Sport.