Vibo, Romeo rivendica la nomina del capo di gabinetto: «Nelle mie prerogative, l’opposizione strumentalizza dopo 15 anni di fallimenti» -VIDEO
Il sindaco interviene sulla vicenda che sta infiammando la politica cittadina e rimarca la correttezza del suo operato. Poi esclude problemi con il Pd che aveva preso le distanze: «Maggioranza solida, ci siamo chiariti»

«È una nomina che la legge mi permette di fare. È nelle mie prerogative nominare il capo di gabinetto, che deve essere una persona di fiducia. E l’ho fatto».
Dopo 24 ore di polemiche per la nomina di Gianpiero Menniti a principale collaboratore del sindaco (circa 35mila euro l’anno con fondi di bilancio sino alla fine del mandato), Enzo Romeo rompe il silenzio e rivendica la sua scelta. Una decisione che ha fatto scricchiolare rumorosamente la maggioranza, con gli assessori del Pd – Stefano Soriano e Vania Continanza – che hanno clamorosamente disertato la seduta di giunta in cui è stata formalizzata la nomina di Menniti, che ha affiancato Romeo anche durante la campagna elettorale occupandosi della comunicazione.
Sindaco, l’opposizione parla di una “cambiale elettorale” che lei ora ha pagato…
«Enzo Romeo lo conoscono tutti a Vibo Valentia e sanno benissimo che cambiali elettorali non ne ho mai firmate. Se l’opposizione vuole strumentalizzare e dare di sé questa immagine di scarsa affidabilità, lo continui a fare. Siamo disponibili ad accettare qualsiasi tipo di critica, ma dovrebbero cercare di ricordare a ciò che hanno fatto loro in 15 anni di amministrazione».
Eppure, prima di arrivare alla nomina diretta, ci sono stati degli avvisi pubblici per la costituzione del suo staff, l’ultimo molto recente. Che fine farà? Verrà annullato?
«Assolutamente no, non verrà messo da parte, ma si continuerà ad espletarlo per la ricerca di un collaboratore, nelle condizioni ottimali dal punto di vista della legge e della trasparenza».
Il Partito democratico sembra non aver condiviso la nomina del capo di gabinetto. Ora è tutto chiarito?
«Con il Pd è stato chiarito tutto stamattina. C’è stato qualche malinteso, probabilmente qualche passaggio in più sulla procedura da adottare doveva essere fatto, sia da parte loro che da parte mia. Ma ora è stato chiarito tutto».
Resta il fatto che due assessori dem non hanno partecipato alla giunta che ha formalizzato la nomina di Menniti…
«Non si è trattato di una presa di posizione politica, ma di perplessità legate alla procedura adottata, che è stata definita con la parte burocratica dell’amministrazione. Quanto accaduto, quindi, non inciderà assolutamente sulla stabilità della maggioranza, come l’opposizione vorrebbe fare credere».
Ma se è stato fatto tutto secondo legge nell’ambito delle sue prerogative, perché allora le polemiche?
«Secondo me la polemica viene da lontano e l’opposizione ha strumentalizzato la situazione fin dall’inizio facendola diventare un caso. Se vogliano continuare a concentrarsi su questo facciano pure, ma io ritengo che le priorità della città siano altre e queste cose alla città non interessano. Ai cittadini interessa soprattutto che vengano risolti i problemi che non sono stati risolti in 15 anni dalle amministrazioni di centrodestra».
L’opposizione sostiene che gli annunciati tagli del 30% ai costi della politica siano stati vanificati dalla nomina del capo di gabinetto. Come sono conciliabili le due cose?
«Questa affermazione della minoranza è ancora più strumentale delle altre perché il 30% delle nostre indennità è stato tagliato davvero. Cosa che nessuno di questi signori che parlano ha mai fatto. Non accetto questo falso perbenismo. Se cominciamo a parlare di cose scorrette, ne potremmo dire 10mila e preferisco non aprire questo fronte».