Il sindaco di Vibo: «Piazza Municipio? Una spianata senza identità». E ancora: «L’Affruntata come la Varia di Palmi, puntiamo all’Unesco»
Enzo Romeo interviene a Buongiorno in Calabria su LaC Tv per un’intervista a tutto campo: «Non si può vivere di solo turismo, il polo industriale di Porto Salvo va ricostruito». Sulla crisi idrica: «Entro una settimana via il divieto di potabilità in via Sacerdote»

Sono due le prospettive future di sviluppo di Vibo Valentia secondo il sindaco della città, Enzo Romeo. La prima è quella culturale. Il sindaco, durante il suo intervento al nostro format “Buongiorno in Calabria” (rivedi QUI la puntata) ha ricordato la Settimana Santa e i riti di grande fascino che si celebrano in quel periodo che l’amministrazione comunale sta pubblicizzando molto a partire dalla Bit di Milano ma anche con una campagna mediatica molto intensa. L’idea è quella di renderla un Patrimonio Unesco un po’ come la Varia di Palmi.
«La nostra città – dice – è l’antica Hipponion, città della Magna Grecia e colonia romana. Dobbiamo farla uscire fuori dal falso brand di una città avvolta dal malaffare. Questo aspetto storico-culturale non viene valorizzato a sufficienza. In questi giorni c’è una bellissima mostra al museo nazionale Vito Capialbi “I prati di Kore” dedicato proprio alle donne della Magna Grecia. Vorremo fare della nostra città, la città di Persefone, una delle divinità più venerate in Grecia».
L’altra direttrice di sviluppo è quella industriale. «Non possiamo vivere di solo turismo altrimenti si verificano le diseconomie che conosciamo. Abbiamo questo rapporto ottimo con la Baker Hughes che ha deciso di incrementare la sua presenza, abbiamo altri gruppi industriali importanti. Il problema è quello di far rivivere il polo industriale di Porto Salvo. Io penso che il Corap, così come le agenzie che lo hanno preceduto, sia fallito per una visione troppo centralizzata. Alcune cose per funzionare hanno bisogno del confronto con i territori, con gli imprenditori che in quelle zone operano. Spero che Sergio Abramo (nominato ad ottobre presidente dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e per l’attrazione degli investimenti, ndr), che è un ottimo imprenditore, riuscirà a imprimere la svolta necessaria alle aree industriali calabresi, tracciando una linea di sviluppo, che dev’essere diversificata per i territori, ma deve avere di punti di base comuni».
Tornando invece alle questioni più “quotidiane” «chiudere i cantieri è molto più difficile che aprirli», ha detto secco Enzo Romeo. Il primo cittadino ha detto che la giunta precedente ha utilizzato quasi tutto il Pnrr per lavori pubblici. Il risultato è che la città è disseminata di cantieri, se ne contano più di ottanta, che chiedono alla macchina burocratica del Comune uno sforzo organizzativo immane.
«Bisogna rendersi conto poi – dice il sindaco – che noi siamo un territorio in cui appena scavi trovi reperti archeologici di grande importanza. Insomma stiamo cercando di gestire al meglio questa pesante eredità anche perché so bene che sta creando disagi sulla mobilità, sulla vita commerciale, sulla città nel suo complesso».
Oltre il danno di dover gestire con poche risorse i cantieri, anche la beffa perché il sindaco Romeo non è convinto della qualità di molti di questi interventi. In particolare punta l’indice su piazza Municipio «Una spianata – la definisce – senza nessun collegamento con l’identità della città. Probabilmente i progettisti che non conoscevano la città, l’identità, la storia. Però ormai ce li ritroviamo e non possiamo fare diversamente».
Altro tema caldo è quello dell’acqua. Romeo ha commentato la notizia riportata da “Il Vibonese” sui problemi idrici del quartiere che va dalla Scuola di Polizia all’ospedale dove l’acqua non è utilizzabile nemmeno per scopi igienici. «Siamo alla fine della procedura – ha detto il sindaco – che oltretutto ci vede insieme all’Asp protagonista ogni giorno di prelievi, dovremmo chiudere l’emergenza fra una settimana quando dovremmo avere la possibilità di ridare l’acqua potabile a tutti quanti i cittadini di quella zona».
Resta il problema più complessivo di una rete idrica fatiscente, a Vibo come nel resto della Calabria. «Speriamo che la nuova società Arrical che dovrà gestire tra un po’ tutte le condutture fognarie e idriche e anche la raccolta dei rifiuti possa essere in grado di gestire in modo efficiente le reti e l’acquisizione dei fondi necessari, perché noi come amministrazioni comunali non abbiamo più la possibilità di acquisire questi fondi che vanno direttamente alle regioni». Il problema però è capire se Sorical avrà la forza finanziaria sufficiente a svolgere la gestione di tutto il ciclo idrico integrato. «Io voglio crederci, è necessario crederci come calabresi perché queste problematiche sono ancestrali ormai troppo vecchie e dobbiamo sperare che questa società sia efficiente e capace di determinare anche dei risultati. È ovvio che questa società non dovesse essere competitiva anche dal punto di vista della performance economica nel senso che non diventa capace di utilizzare per esempio i rifiuti come avviene in altre parti dell’Europa per fare cassa… cioè rendetevi conto che oggi i container di vetro, di carta, di plastica sono quotati in borsa. Se questa società nasce con un management capace di definire questo tipo di strategia allora penso che si sia sulla strada giusta, se dovesse essere una strategia approssimativa, parliamoci molto chiaramente, alla calabrese non andremo da nessuna parte».
Non poteva, infine, mancare il riferimento alla sanità e alla costruzione dei nuovi ospedali. Questione a Vibo resa più complessa dallo stato del vecchio nosocomio che ha urgente bisogno di ristrutturazione. «Fare l’ospedale da campo è stata una boutade di tipo giornalistico. Nessuno si immagina di poter mettere dei pazienti dentro tende da campo. Ci sono dei container, ci sono dei moduli che possono essere estremamente efficienti, forse anche più di strutture che normalmente vengono utilizzate all’interno degli ospedali stessi. Per cui, insomma, non parliamo di questo tipo di soluzione. Poi c’è la procedura di tipo emergenziale, da Protezione civile che ci può permettere di aprire molto prima, finire i lavori del nuovo ospedale e far sì che questa problematica, insomma, non esista».
Il riferimento è al commissariamento, voluto dallo stesso Commissario Occhiuto, del piano relativo alla rete ospedaliera. «Si potrebbe effettivamente strumentalizzare su questa cosa – ha detto il sindaco – e dire che il commissario è stato commissariato… però io voglio vederne il lato positivo… non voglio dire che sia stato commissariato, voglio dire che probabilmente si sarà dato da fare, si sarà reso conto che è in difficoltà e che ha trovato un escamotage o piuttosto una strada giusta per dare delle risposte ai calabresi su un settore che effettivamente ci vede in grandissime difficoltà. Rendiamoci conto che noi diamo alle Regioni del nord Italia 300 milioni l’anno di migrazione sanitaria, per cui se un governatore e commissario anche ad acta della sanità calabrese si rende conto che per risolvere queste problematiche deve farsi commissariare, probabilmente ha fatto bene a farlo».
A proposito di politica regionale, Romeo dice che il centrosinistra vince nelle città perché «uomini e donne di centrodestra non sono riusciti a dare quelle risposte che i cittadini si aspettavano. Sulle città le risposte le devi dare, non puoi fare manfrine o teatro: o dai risposte oppure il cittadino ti boccia Ora, probabilmente sono situazioni che si stanno aggiungendo probabilmente anche ad una gestione regionale che non sta dando i risultati che la gente calabrese si aspettava. Ritengo che alla fine l’elettorato abbia sempre ragione e se c’è una vittoria del centrosinistra sulle grandi città ci sarà una ragione ben precisa e il fatto che le cinque città capoluogo di provincia siano oggi del centrosinistra la dica abbastanza lunga».