Pd alla resa dei conti, Graziano: «O con Callipo o fuori dal partito» – Video
Ma Mirabello chiede un tavolo romano: «Tagliati fuori metà dei democratici e il resto del centrosinistra, una follia indurre a candidature alternative»
L’investitura – come prevedibile – non unisce. La benedizione del Pd nazionale e regionale non basta a Pippo Callipo a compattare attorno alla sua figura anche il resto del partito calabrese. D’altronde, alla stessa benedizione ambiva un altro cardinale democratico, il presidente uscente Mario Oliverio, che può ancora contare su decine di amministratori locali e qualche consigliere regionale. Tra questi, il vibonese Michele Mirabello, che insieme ad altri tre colleghi – Giuseppe Aieta, Mauro D’Acri e Gianni Nucera – ha chiesto «un tavolo politico a Roma con Zingaretti ed il Pd Calabria», parlando di «drammatica situazione politica calabrese». E tutto, proprio nel giorno in cui il commissario regionale Stefano Graziano, da Lamezia, annuncia che chi non sostiene Callipo è fuori dal partito.
I quattro consiglieri regionali spiegano che il metodo utilizzato nella scelta di Callipo «appare divisivo e rischia di allargare le distanze nello stesso Pd e nel campo del centrosinistra alimentando contraccolpi negativi di cui è facile prevedere gli esiti». L’auspicio è per una «discussione inclusiva di tutte le parti ribaltando il metodo utilizzato in queste settimane che ha visto, nelle interlocuzioni romane, coinvolta solo una parte del Pd calabrese a danno della variegata ricchezza di posizioni. Vogliamo essere coinvolti nella discussione perché come consiglieri regionali del Pd – aggiungono Mirabello, Aieta, D’Acri e Nucera – abbiamo la necessità di dire la nostra essendo rappresentanti dei territori. Un Pd così drammaticamente diviso è un danno per la Calabria e per la comunità dei democratici. Attendiamo un atto di responsabilità dai vertici romani così come stiamo chiedendo da tempo».
Lo stesso Mirabello, in un’altra nota, rimarca come «sia giunto il tempo di dedicare alla scelta di presentare alle elezioni regionali l’intero centrosinistra unito lo stesso impegno, lo stesso lavoro, la stessa dedizione sin qui utilizzata (invano) per inseguire i 5 stelle. Lo richiede un quadro politico estremamente complesso nel quale pensare di arrivare alle elezioni con più di mezzo Partito democratico ed il resto del centrosinistra in posizione alternativa – conclude Mirabello – sarebbe folle e drammatico. La politica torni a fare il proprio mestiere e non si interrompa il sottile filo del dialogo dentro e fuori dal Pd».