Comune, giunta e 5 Stelle puntano ad un decreto “Salva Vibo” – Video
Il deputato Riccardo Tucci incontra il sindaco e si offre di portare in parlamento le possibili vie d’uscita per evitare un secondo dissesto
La manna dal cielo non arriva, così si tenta di andarle incontro. Con i mezzi che ci sono e con le persone di buona volontà. L’amministrazione comunale di Vibo Valentia sta tentando di giocarsi tutte le carte a sua disposizione per evitare il secondo dissesto finanziario, e tra queste rientrano i parlamentari del territorio, che potrebbero quantomeno abbozzare un tentativo di salvataggio. Seguendo questo principio, il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Tucci ha deciso di giocare d’anticipo, chiamando il sindaco Maria Limardo per cercare insieme alcune possibili soluzioni da inserire, sotto forma di emendamento, alla legge di bilancio in via di approvazione alle Camere. Questo pomeriggio in sala giunta si sono ritrovati i 5 Stelle (oltre a Tucci anche il gruppo consiliare) e molti componenti dell’esecutivo. Sul tavolo tutti nodi della disastrata situazione economico-finanziaria di Palazzo Luigi Razza. Per il sindaco «la speranza è di poter contare su un decreto “Salva Vibo” sulla falsariga del “Salva Roma” e di altre città che hanno potuto aggrapparsi ad una scialuppa di salvataggio. Noi – ha rimarcato la Limardo – siamo con un cappio al collo e rischiamo seriamente il secondo dissesto. Per questo lavoriamo affinché si possano superare le difficoltà, a cominciare dalla posta della Tangenziale che pesa come un macigno sui nostri debiti».
Per Tucci «la situazione è notoriamente difficoltosa. Oggi – ha affermato – abbiamo fatto un’analisi sulla gestione della cosa pubblica, in particolare dei tributi, e su tutti quei capitoli che pesano sul bilancio. Siamo qui insieme alla giunta, senza badare al colore politico ma solo al bene della collettività, per tracciare un percorso. Le proposte le porterò a Roma e lavorerò affinché si possa individuare qualche provvedimento utile a disinnescare la possibilità di un altro dissesto».