venerdì,Gennaio 31 2025

Chiusura ospedale di Vibo, il vice presidente della Provincia La Sorba: «La politica si attivi senza soluzioni da Terzo Mondo»

Le preoccupazioni del numero due di palazzo ex Enel sono rivolte anche alla Farmacia territoriale nel caos da mesi: «A chi soffre viene inflitto ulteriore supplizio»

Chiusura ospedale di Vibo, il vice presidente della Provincia La Sorba: «La politica si attivi senza soluzioni da Terzo Mondo»

Anche il vice presidente della Provincia di Vibo Valentia, Nicola La Sorba, entra nel merito della chiusura dell’ospedale cittadino, destinato a ristrutturazione antisismica e quindi al trasferimento di attrezzature, reparti e pazienti, invocando una reazione politica forte e un intervento deciso per garantire i diritti dei cittadini e migliorare l’assistenza sanitaria. «La vicenda dell’ospedale di Vibo Valentia mi turba profondamente. Mi scuote come cittadino, come imprenditore e come amministratore della cosa pubblica – ha fatto sapere La Sorba attraverso un comunicato stampa -. Nel 2025 è totalmente inaccettabile travasare i malati in un ospedale da campo che, nella storia moderna, è stato utilizzato recentemente soltanto a Gaza, piegata da incessanti bombardamenti ed uno stato di guerra che si protrae da quasi 2 anni».

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Una situazione per lui profondamente inaccettabile, come inaccettabile «e vergognosa» è la vicenda della Farmacia territoriale completamente nel caos da mesi e che non riesce a distribuire medicinali per tutti i pazienti: «A chi già soffre di atroci mali viene inflitto ulteriore supplizio. Dinanzi a tano scempio, la politica non può restare sorda e muta, o limitarsi a mere enunciazioni di principio. Trovo tutto ciò sconcertante, tanto da restare allibito».

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Per il vice presidente della Provincia, «occorre reagire e mobilitarsi. Ci si deve ricordare che Vibo Valentia non è terra di nessuno. I cittadini non possono esser bistrattati ed umiliati in questo modo, devono essere salvaguardati i diritti dei malati e garantiti i livelli minimali di assistenza sanitaria. Occorre investire in maniera decisa, anche con forme incisive di protesta verso la “governance” regionale, ricordando che Vibo Valentia si trova in Italia e in Europa e non può essere curata con ricette da Terzo Mondo».

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