lunedì,Gennaio 27 2025

Calderoli a Vibo per l’Autonomia differenziata fugge dalle domande, Città Attiva: «La Calabria che alza la testa fa paura»

L'Osservatorio civico stigmatizza la mancanza di un contradittorio durante l'incontro con il ministro per gli Affari regionali intervenuto all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Istituto di criminologia: «Monologo di propaganda»

Calderoli a Vibo per l’Autonomia differenziata fugge dalle domande, Città Attiva: «La Calabria che alza la testa fa paura»

Occupazione, servizi sociali e sanità. Sono questi i tre capisaldi della protesta portata avanti dall’Osservatorio civico “Città attiva” di Vibo in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico all’istituto di criminologia di Vibo Valentia che ha ospitato il ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, per un suo intervento sull’Autonomia differenziata. «Come Osservatorio civico – hanno fatto sapere gli avvocati Guzzo, Primerano e Grillo – prendiamo pubblicamente le distanze nei confronti di questa scelta, dal nostro punto di vista assolutamente inopportuna, visto che proprio Calderoli è il promotore di una Legge fortemente contestata perché chiaramente penalizzante nei confronti del Mezzogiorno: abbiamo già avuto modo di esprimere pubblicamente il nostro dissenso nei confronti di questa Legge, ritenendola una dichiarazione di guerra economica e sociale nei confronti di tutto il Sud Italia».

La presenza di Calderoli a Vibo, chiamato a spiegare agli studenti il «roseo futuro che ci riserverà l’applicazione di quella Legge – hanno sottolineato le tre rappresentanti dell’Osservatorio -, è un’offesa alla nostra intelligenza: non è stato previsto un contraddittorio e la possibilità di porre domande neppure da parte di coloro che si erano regolarmente registrati all’evento». Su un argomento così importante per il Sud, questa modalità, proseguono i tre legali, «ha dato la sensazione dell’ennesima forma di svilente genuflessione davanti al potere, anche quando mostra il suo lato peggiore».

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Un “bavaglio” che Guzzo, Primerano e Grillo non hanno affatto gradito, tentando comunque «all’inizio di intervenire per chiedere quali interventi ha previsto il governo per aumentare l’occupazione al Sud, dove lavora una persona su quattro». Sul dramma sociale dell’emigrazione «che sta lentamente uccidendo la Calabria», l’Osservatorio civico ha ricordato la storia di Maria Rosaria: «vittima dell’emigrazione che le ha smembrato la famiglia. Forse in tanti ancora non si sono accorti che stiamo per arrivare al capolinea, con l’ultimo treno, perché a partire adesso sono i figli unici con un biglietto di sola andata. La Calabria sta morendo e se per fermare quei treni è necessario gridarlo in faccia a Calderoli infrangendo qualche regola, affinché la finisca di portare avanti leggi suicide – hanno incalzato Guzzo, Primerano e Grillo nella loto nota stampa -, siamo pronti a farlo non una ma cento volte ancora. Stiamo difendendo i nostri e tutti i figli del Sud che hanno il sacrosanto diritto di restare nella terra dove sono nati e di avere le stesse opportunità che offre il centro-Nord. Diritto che quella Legge tenta di cancellare per sempre, assegnando fondi a Regioni ricche sulla base di un fantasioso concetto leghista di “residuo fiscale” collegato ai territori e non ai singoli cittadini che pagano uguali tasse in tutta Italia, ma che non usufruiscono degli stessi servizi».

Iniziato il «monologo di Calderoli, che è sembrato più di pura propaganda visto che è ancora sofferente per gli schiaffoni ricevuti dalla Corte costituzionale che ha rispedito al mittente quella vergognosa Legge, dichiarandone incostituzionale l’anima e facendo ben intendere che quel concetto di Autonomia differenziata non è prevista in Costituzione ma esiste solo nei sogni dei leghisti – hanno ribadito i tre legali -, ha iniziato come un disco rotto a raccontare la solita storiella di quanto sono bravi loro al Nord e di quanto siamo incapaci noi al Sud che non sappiamo utilizzare le risorse che ci arrivano. Soliti luoghi comuni, del resto era impossibile aspettarsi qualcosa di diverso. Peccato non aver potuto esibire una cartina, redatta qualche anno fa dalla Sose, una Società creata dalla Banca d’Italia e dal ministero dell’Economia e delle finanze, che dimostra con chiarezza che la Calabria nell’efficienza della spesa è verde, anche più verde della Lombardia, e che diventa rossa quando si valuta l’efficienza nel livello dei servizi».

«Non è difficile comprendere la ragione di questo drastico cambio di colore: il motivo è dovuto al fatto che arrivano pochissimi soldi al Sud, grazie ad un’altra Legge sempre a firma Calderoli, sul Federalismo fiscale, che legittima l’applicazione del vergognoso principio della spesa storica che penalizza fortemente i Comuni del Sud al punto da arrivare ad assegnare soli 6 euro pro capite per il Comune di Vibo Valentia per i servizi sociali, 246 a Bologna e 183 a Milano – hanno spiegato Guzzo, Primerano e Grillo nel loro comunicato stampa -. Tutto si è svolto quindi secondo copione, scontato e monotono. Noioso al punto tale che per fortuna molti dei ragazzi presenti si sono spesso distratti guardando qualcosa di più interessante sul telefonino, sottraendosi in maniera inconsapevole all’ennesima lezione di “educazione alla minorità”».

Parlando poi di sanità, i tre legali dell’Osservatorio civico “Città attiva” di Vibo nel loro comunicato stampa hanno ricordato il commissariamento della Calabria da 15 anni, una condizione che «dimostra ampiamente totale incapacità». Dal ministro Calderoli avrebbero voluto poi risposte sul perché «le risorse del Fondo sanitario nazionale vengono distribuite in base alla popolazione, considerando la sua composizione per età». Questo criterio, per Guzzo, Primerano e Grillo implica che «più a lungo si vive, maggiore è il finanziamento ricevuto». Tuttavia, nel Sud Italia, dove l’aspettativa di vita è inferiore a causa di un Sistema sanitario che non garantisce pari accesso alle cure, «i cittadini ricevono meno fondi per la sanità». Ciò per i tre legali porta a una «situazione iniqua, in cui i calabresi, ad esempio, ricevono solo 1.671,06 euro a persona, mentre un emiliano riceve 2.410,89 euro, un veneto 2.190,90 euro e un lombardo 2.004,76 euro». Al termine del suo intervento, «il ministro Calderoli è fuggito evitando di incontrarci all’uscita – hanno poi concluso i tre legali -. Questo per noi è un segnale fortemente positivo: la Calabria che alza la testa fa paura».

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