Calderoli a Vibo: «Con l’Autonomia differenziata non ho mai voluto spaccare il Paese. Poi l’Italia è già divisa di suo»
Il ministro agli Affari regionali è stato inoltre "costretto" ad andare contro la legge calabrese sull’energia riguardante la centrale del Mercure che con la sua riforma non si sarebbe potuta impugnare
Roberto Calderoli sembra l’uomo del destino. Proprio il giorno in cui il Governo ha deciso di impugnare dinanzi la Corte costituzionale la legge omnibus e, in particolare, la norma della Regione Calabria che cancella la presenza delle centrali a biomasse nei parchi nazionali, lui è in Calabria per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’istituto di Criminologia di Vibo Valentia.
Intendiamoci. Lui forse non l’avrebbe mai fatto se si considera che il motivo per cui il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnarla è che «talune disposizioni ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di energia da fonti rinnovabili e ambiente, violano l’articolo 117 della Costituzione».
Insomma un bel paradosso per il papà dell’autonomia differenziata, soprattutto se si considera che l’energia è fra le materie non Lep ovvero immediatamente “richiedibili” dalle Regioni.
Ma Calderoli a a Vibo ha preferito non affrontare l’argomento ed ha molto discusso di autonomia differenziata. «La non ammissione del quesito referendario da parte della Corte Costituzionale – ha detto il ministro per gli Affari Regionali – era un fatto prevedibile poiché il quesito dei proponenti era poco chiaro. Non ho mai inteso spaccare il Paese, anche perché ciò sarebbe un reato e, inoltre, neanche potrei dividere quello che attualmente è già diviso.
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